politica

1 minuto e 6 secondi di lettura
Il governo impone la 'tagliola' al dibattito sulle riforme, ovvero la riduzione drastica dei tempi di intervento dei gruppi parlamentari nella discussione degli emendamenti al ddl di riforma costituzionale. E alcuni dei gruppi di opposizione - M5S, Lega, Sel, gruppo misto più alcuni senatori di altre forze a titolo personale -, per protesta, hanno Palazzo Madama e salgono in marcia al Quirinale per essere ricevuti da Giorgio Napolitano.

A incontrarli è stato però il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra. Nessun colloquio, dunque, non il capo dello Stato (tagliente Beppe Grillo su Twitter: "Napolitano non ha incontrato i capigruppo delle opposizioni perché era leggermente indisposto") . Ma le opposizioni ricevono la garanzia che il messaggio gli verrà riferito.

Il premier Matteo Renzi negli stessi minuti in cui al Senato è scoppiata la bagarre, ha ostentato sicurezza: "Io non mollo. Piaccia o non piaccia le riforme noi le faremo". Più tardi i suoi, secondo fonti riportate dalle agenzie parlamentari, avrebbe detto: "Stupiremo tutti, specialmente i gufi tutti dubitano poi...Finirà come gli 80 euro". E ancora: "Macché golpe, macché stravolgimento della democrazia, come gridano le opposizioni. Noi rispondiamo ai cittadini, loro vogliono le riforme e a loro, con il referendum, spetterà il giudizio finale".