Cronaca

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Lo scandalo dei rifiuti di Napoli sta distruggendo l'immagine del nostro Paese. Eppure c'è qualcuno che ancora stenta ad aprire gli occhi, o meglio continua a rifugiarsi in astratte analisi con il seguito di proposte velleitarie e inconcludenti. Succede a Genova, in Liguria, nella Regione cioè più arretrata d'Italia sul versante dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Come diversamente potrebbe leggersi la proposta a firma di Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, dei Verdi, apparsa sul Secolo XIX del 23 gennaio u.s.? L'idea cioè che per affrontare adeguatamente lo smaltimento dei rifiuti si dovrebbe ridurre la produzione degli stessi, si dovrebbe aumentare la raccolta differenziata, si dovrebbe puntare al riciclo, non è di per sé censurabile, è semplicemente una non soluzione allo stato dei fatti. Una fuga dalla realtà. Puntare sulla differenziata è un fatto altrettanto positivo; basta però smetterla di illudere l'opinione pubblica dicendo una volta per tutte la verità. E cioè che la percentuale dei rifiuti provenienti dalla differenziata che viene riciclata e riusata è assolutamente risibile. In Liguria la sensazione, e qualcosa di più, è che i rifiuti oggetto della raccolta differenziata finiscano tutti in discarica. C'è poi un particolare di non poco conto. Quando si parla di ciclo continuo, si accenna alla necessità di spingere la differenziata, di separare l'organico dall'inorganico, alla fine i rifiuti rimasti dove dovrebbero andare? Gli estensori dell'articolo non lo dicono. E il cuore del problema è: portare rifiuti in discarica o bruciare gli stessi recuperando energia e calore. Questa è la vera unica alternativa oggi esistente in Europa. Allora se le scelte devono essere fatte dentro questo schema è facile rendersi conto della differenza esistente tra l'uso delle discariche e la pratica dei termovalorizzatori. Le discariche sono una tecnica primitiva; la soluzione in assoluto più inquinante. Lo smaltimento dei rifiuti attraverso le tecnologie più moderne (termovalorizzatori che recuperano energia) è la strada che i Paesi più evoluti d'Europa stanno da anni praticando.