cronaca

Prodotti tipici non italiani, ma il Tar dice sì
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Il negozio cinese cambia prodotti in vendita, puntando in prevalenza su quelli tipici, anche non italiani, ottenendo così dal Tar di poter riavviare l'attività. Succede a Genova, dove il Tribunale amministrativo della Liguria ha sospeso il provvedimento di chiusura deciso dal Comune perché in precedenza l'esercizio commerciale non aveva rispettato i parametri previsti dal patto d'area di Prè, nel cuore del centro storico del capoluogo ligure.

"Va considerato che il ricorrente comprova di aver realizzato significativi interventi di adeguamento dell'esercizio commerciale allo scopo di caratterizzarlo in senso conforme alle prescrizioni del Patto d'Area di Prè - spiega il Tar accogliendo la domanda di sospensiva dei titolari del market cinese - Le tipologie dei prodotti posti in vendita (dalle quali sono stati eliminati, tra l'altro, i prodotti non alimentari) parrebbero apprezzabilmente mutate". 

"Non pare manifestamente infondata, ad un primo esame, la tesi secondo cui la prescrizione del Patto d'area risulterebbe rispettata nel caso in cui l'esercizio commerciale sia caratterizzato dalla vendita prevalente (e non esclusiva) di prodotti tipici, non necessariamente tutti di origine italiana", continua il Tar. L'udienza di merito è fissata il prossimo 4 maggio.