cronaca

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Rinfrancato dalla doccia gelata, il premier ha lanciato due provocazioni che non sarebbe male se fossero davvero realizzate.

La prima
: togliamo il Paese ai soliti noti. La seconda: togliamolo al capitalismo di relazioni a quelli che frequentano i salotti buoni. E come sempre giochiamo a declinare la dichiarazione del nostro orticello. Il lider maximo del Pd vuole fare piazza pulita dei soliti noti.

Siamo a una seconda fase della crudele rottamazione, una fase più raffinata. Ma in Liguria (e a Genova) chi saranno i Soliti Noti? Ognuno può farsi la sua lista cominciando logicamente dal settore più facile e cioè dalla politica. Qui da noi abbiamo politici che operano da trent'anni. Abbiamo in poltrona amministratori che hanno percorso tutti i gradini del vecchio modo di fare politica, cioè quando si doveva cominciare dalla sezione, poi passare dal consiglio di quartiere, salire al consiglio provinciale (che contava meno) poi quello comunale, infine i salti: o in Regione, o al parlamento o negli Enti potenti, cioè Camera di Commercio, Porti, Banche, Fiere eccetera.


Non faccio nomi perché dimenticherei qualcuno e ad altri farei torti. Ma fate il giochetto da voi: buttate giù la lista. Ebbene. Nonostante solleciti a rottamare, caldi inviti a rinnovare, spinte a togliersi di mezzo i soliti noti, qui sembra di essere rimasti agli anni Cinquanta o poco più. E gli Eterni tentano di riproporsi in altre vesti, cambiando d'abito. Stiamo attenti noi elettori a non farci prendere per il sedere. Una delle frasi ricorrenti a Genova è: ma dopo quello che cosa andrà a fare? Dopo trent'anni e più di politica non potrebbero dedicarsi davvero alle bocce, alla sistematica raccolta dei funghi, alla lettura della storia di Genova alla Berio, ai nipotini, alla moglie trascurata, ai viaggi, ai resort, al collezionismo di monete?