politica

Intervista del premier a Primocanale
8 minuti e 7 secondi di lettura
Matteo Renzi torna in Liguria, segno che questo è il test dei test di queste elezioni regionali?
Questa è una campagna elettorale dove si decide il futuro della Liguria, quindi le discussioni su un possibile test nazionale trovano il tempo che trovano. In Liguria a Sarzana ho abbracciato e ringraziato gli uomini della marina militare che hanno salvato centinaia di persone nella fredda notte di dicembre nel tragico evento del Norman Atlantic, sono stato a visitare i cantieri Baglietto che, dopo 161 anni di storia, 3 anni fa erano praticamente scomparsi, morti. Ora sono ripartiti e raddoppieranno i posti di lavoro. Come pure aumenteranno i posti di lavoro sulla cantieristica navale grazie alla legge navale con miliardi di investimenti dello stato. Ecco io parlo di cose concrete, lo dice anche l’Istat, le discussioni dei politicanti romani li lasciamo ad altri.

A proposito di cose concrete, attese in Liguria: la riforma dei porti. Dalle anticipazioni si prevedono accorpamenti tra tutti i porti di Liguria e Toscana. Nelle autorità portuali e tra gli operatori c’è preoccupazione. La parte della governance può essere rinviata?
Noi abbiamo chiesto, prima di fare discussioni sulla governance, effettivamente molto spezzettata, parliamo dei progetti che ciascuna autorità portuale ha pronti. Se una Autorità Portuale (Spezia, Savona o naturalmente Genova) ci tira fuori i progetti e ci dice cosa è pronta a fare, questa ha la priorità sulla discussione sulla governance. Deve essere chiaro che non possiamo accettare un sistema in cui Rotterdam da solo fa più di tutte le 27 Autorità Portuali italiane, perché è una barzelletta. Sei nel cuore dell’area più strategica del mondo e cosa fai? Fai tutto il giro più lungo perché non hai infrastrutture.

Ma gli accorpamenti delle autorità portuali servono?
Prima vediamo quali sono i progetti poi vedremo gli accorpamenti e la governance. Però si esca dalla fase delle chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Chi ha qualcosa da dire lo faccia, chi ha qualcosa da fare tiri fuori le carte e smetta di chiacchierare, anche perché si parla di posti di lavoro. Sul mare c’è tanto spazio per crescere: vale per i porti, ma vale anche per la cantieristica, per Fincantieri, Finmeccanica, ma vale anche per la nautica di lusso. Si è pensato di poterla bloccare perché si è detto la roba di lusso non ci interessa. E’ come dire via Prada, via Armani perché i vestiti troppo belli non vanno bene. Si deve recuperare buon senso e lavoro, lavoro, lavoro. Io sono ossessionato dal lavoro.

La Spezia è anche la città dell’Arsenale militare. A questo proposito lei da che parte sta?  Con quelli che dicono investiamo o con quelli che credono che le spese militari vadano tagliate?
Va capito cosa significa investire in spese militari. Faccio un esempio banale: gli americani investendo sulle spese militari hanno inventato internet. Internet nasce da applicazioni militari poi trasformate. Alcune delle principali applicazioni tecnologiche che fanno di Israele la patria delle start up, nascono dall’industria militare. Se l’industria militare è investimenti, innovazione, ricerca, tecnologia, è oggettivamente un bene per il paese. Se invece è spesa pubblica tradizionale fatta di doppioni e contraddizioni non va bene. Spendiamo con più intelligenza e spendiamo meglio i soldi che abbiamo.

Dalla Liguria sono partite forse le proteste più forti del mondo della scuola per la riforma del governo. Lei è sempre convinto che le manifestazioni siano un’operazione sindacale?
Mai creduto che la protesta fosse un’operazione sindacale. Non l’ho detto. E non lo penso. Ho altre discussioni con i sindacati, ma non ho mai detto questo. Ci sono migliaia di persone che chiedono una scuola di maggiore qualità. Noi pensiamo che sia arrivato il momento di investire di più sulla scuola. Negli ultimi trenta anni tutti i governi hanno tagliato sulla scuola. Noi abbiamo messo un miliardo in più per quest’anno, tre il prossimo anno. Tutti i governi hanno creato precari. Noi assumiamo più di centomila persone. Tutti hanno parlato genericamente di scuola di qualità, ma nessuno ha introdotto denari in più per la formazione degli insegnanti e per il merito. Io conosco le difficoltà degli insegnanti, le classi-pollaio, la mancanza di stima e di apprezzamento sociale che venga dal mondo della scuola pubblica. Ma ora serve il coraggio di cambiare. E’ legittimo che ognuno abbia visioni diverse. Ma noi stiamo provando a rimettere in moto l’Italia, poi c’è chi dalla mattina alla sera sèpera solo che l’Italia fallisca, io li chiamo gufi.

Anche per il mondo della scuola preferirebbe confrontarsi con un sindacato unico?
Io ho detto una cosa molto semplice: quando ti siedi ai tavoli in riunione con 17 sigle sindacali, ti chiedi se è proprio necessario averne cosi tante.  Poi è una valutazione che dovranno fare loro.

Beh anche il sistema dei partiti non è molto diverso…
Infatti. Non è un caso che io abbia detto riduciamo il numero dei politici, diamo il premio solo al primo partito. La gente vuole due, tre, quattro partiti. Non 17 che si contendono la leadership. Mi permetto poi di dire: credo che la spinta verso un sindacato unitario, arriva da decine e decine di persone. Davvero pensiamo di continuare con tutto il sistema dei compromessi sidnacali che conosciamo?  Credo che serva una riflessione su quella che si chiama legge di rappresentanza sindacale. In Germania è così.

“In Germania è così” una frase cara a Beppe Grillo. A proposito non crede che sia lui con la candidata Alice Salvatore, il vero avversario di Raffaella Paita?

In Liguria sembra una sfida a due: tra Lella Paita del Pd e Giovanni Toti di Forza Italia.

Forse dite così, perché temete di perdere più voti da Grillo che dal centro destra…

Quando ci sono le elezioni chi ha paura le perde. Io ho fatto tutte le campagne elettorali con tutti che mi dicevano Grillo ti riprende. L’anno scorso tutti i sondaggi e i suoi colleghi dicevano Grillo primo e il Pd secondo, alla fine è successo PD al 40% e Grillo al 20%, quindi il doppio. Se vuole la mia opinione, di uno a cui è molto simpatico Grillo, Beppe Grillo è un po’ il biglietto della lotteria vincente che è stato perduto da qualche parte e che non è stato riscosso. Grillo aveva in mano l’Italia. Poteva tranquillamente fare le cose sulle quali ha preso i voti, cambiare l’Italia, eppure quando siamo andati a fare la legge per cambiare la prescrizione ce la siamo votati da soli, la legge per alzare la pena sulla corruzione ce la siamo votati da soli, la legge sugli ecoreati ha avuto finalmente il voto dei grillini, ma la legge sul falso in bilancio e sull’autoriciclaggio ce la siamo votati da soli. Perché Grillo da l’impressione di rinunciare a svolgere un ruolo. Ricevo diverse mail di elettori 5 stelle. Noi amiamo le idee di Grillo, ma non le realizza, quindi sembra un voto buttato via. Credo quindi una sfida a due. Paita e Toti. Anche perché Berlusconi sta tornando sotto. Lo abbiamo visto anche in televisione. Ha scelto un toscano per la Liguria, non un ligure. Un giornalista come Toti. Però Berlusconi ha il grande alleato di sempre, che è la sinistra radicale. Berlusconi non sarebbe ripartito in Liguria se non avesse trovato il suo migliore amico che è Luca Pastorino insieme alla sinistra radicale. Il Bertinotti del nostro tempo, Bertinotti 2.0, quelli che non vinceranno mai, ma amano tanto la sconfitta, che vorrebbero far perdere anche i propri amici.

Ma in fondo lei non è contento che queste forze si chiamino fuori dal partito democratico?

Io ho perso delle primarie, so la fatica che si fa e come si mastica amaro quando si perde. Ma siamo una comunità e dobbiamo rispettare le regole. Quello che non ha fatto Cofferati. Ha fatto le primarie, ha perso nettamente e ha gridato allo scandalo. Quando a Genova ha vinto Doria, che era appoggiato da Sel o comunque indipendente, il PD ha appoggiato Doria. Così come è accaduto con Pisapia e Vendola. Quando in Veneto ha vinto Casson, sono andato a dargli una mano. E poi bisogna che si parli di Liguria non è possibile che si parli di altro. Io con tutto l’affetto spero che Toti abbia studiato la cartina della Liguria e non confonda più i comuni come ha fatto con Novi Ligure. Io poi conosco Toti, è un giornalista, un amico e una persona perbene. Per come lo conosco è quello che più di tutti spera di perdere. Ha una fifa matta di vincere perché lo dimostra il fatto che non si è dimesso da parlamentare europeo. Se avesse a cuore la Liguria, si dimetterebbe parlamentare europeo, così come Pastorino si dimetterebbe da parlamentare, come ha fatto la Moretti in Veneto. Questo è il segno: la sinistra il laboratorio per la nuova sinistra. Io dico no, è la sala rianimazione della destra berlusconiana. E se io fossi un elettore moderato che ha votato Berlusconi, direi ora vale la pena di cambiare.

Un ultima domanda. Sulle nozze gay, l’Italia seguirà l’onda che arriva dall’Irlanda?
L’Italia ha una proposta di legge presentata dalla senatrice Cirinnà, e sarà votata tra luglio e settembre. Anche in questo caso replichiamo il modello tedesco, diverso dal modello irlandese. Credo che possa funzionare e avere i voti in Parlamento.