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Il candidato di Forza Italia intervistato a Primocanale
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“Un contratto d’inserimento per le aziende che vogliano insediarsi in Liguria”. È la proposta lanciata nell’intervista a Primocanale da Giovanni Toti, candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Liguria. “Non riesco a capire come sia possibile che la Liguria non possa diventare un polo d’attrazione per tutti quei soggetti che avrebbero un grande vantaggio a essere collocate qui”, dice il consigliere politico di Silvio Berlusconi, che propone una riduzione delle tasse per rilanciare le sorti della regione. “Credo che si debba procedere a un’importante riduzione delle imposte, mirata allo sviluppo delle imprese e del turismo. Abbassamento delle aliquote per chi riqualifica la propria offerta turistica e sconti sul bollo auto per le aziende che comprano automobili”.

In materia fiscale, Toti ricorda come la Liguria si collochi tra le regioni con la tassazione più alta e denuncia i deficit sanitario e infrastrutturale di cui soffre. “La Liguria ha moltissimi problemi, più di quanti ne abbiano le altre regioni del Nord. C’è un tema di sviluppo, di occupazione, di una sanità che è al disastro, di infrastrutture e trasporti e di sicurezza e legalità. Questa è la regione che ha le tasse più alte per i cittadini. Addizionali Irpef, accise sui carburanti e Irap sono ai massimi. Ha una sanità che vede pazienti andare verso le altre regioni, con una spesa di 40 milioni all’anno per le compensazioni. C’è un piano di infrastrutture di cui sento parlare da molti anni ma di cui non vedo, non dico un cantiere, ma neanche una cartina che abbia il sapore di qualcosa che avverrà davvero”, spiega il candidato di centrodestra.

“Nella sanità ci vuole più qualità a minor costo. Si può fare se si eliminano le poltrone regalate per ragioni politiche e le assunzioni fatte per motivi clientelari. Basta con i primari nominati dalla politica. I primari si nominano per merito”. È il motto dell’europarlamentare di Forza Italia, che elenca poi le sue proposte per rilanciare la sanità. “La sanità è un buco nero, che costa troppo (oltre 2mila euro a cittadino)per un servizio che spinge fuori regione 25mila liguri all’anno. Vie le mani della politica dalla sanità, al contrario del Pd che ha lottizzato tutto”, attacca Toti, che propone “manager per gestire Asl e ospedali scelti da una società di cacciatori di teste esterna alla politica”. Più cauto si mostra invece sull’idea di un’unica Asl regionale, mentre apre la porta a uno sprtello unico della sanità e dei servizi sociali. “Un’unica Asl regionale non so se avrebbe la sensibilità per i singoli territori. La sanità è una questione delicata. Credo che si debba avere uno sportello unico per il cittadino, possibilmente aperto 24 ore su 24, sia per le prestazioni sanitarie che per quelle sociali. Bisogna ridurre le code. Non capisco perché altre regioni lo hanno fatto e qui non si fa. Non si capisce perché gli esami diagnostici si possano fare fino alle 5 del pomeriggio e non fino alle 23”.

Si passa al tema del dissesto idrogeologico e Toti ricorda che “la messa in sicurezza del secondo lotto del Bisagno è una cosa fatta dalla giunta Biasotti, per quanto riguarda lo stanziamento dei fondi”. Poi propone la nomina di un commissario straordinario: “Sul dissesto idrogeologico serve la nomina di un commissario straordinario, concordato col governo, al quale affidare i pieni poteri in grado di utilizzare quei fondi strutturali che ci sono e spesso si perdono. Non serve un assessorato. Serve un commissario straordinario con poteri eccezionali, a cui delegare budget, programmazione e che presenti un piano di sicurezza del territorio con un cronoprogramma da rispettare.

Capitolo alleanze. Pare sempre più vicino l’accordo con Fratelli d’Italia. “Aspettiamo perché è giusto aspettare che sia Fratelli d’Italia ad annunciare la loro decisione. Posso dire che ci sono stati colloqui positivi nelle ultime ore. Ritengo che la strada sia questa, anche perché credo che Fratelli d’Italia non abbia alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione di mandare a casa il governo di centrosinistra pessimo di questa regione”, dichiara Toti, che non considera un vantaggio la sua maggior popolarità a livello mediatico rispetto agli avversari. “Non stiamo facendo il Grande Fratello: non c’è il televoto e la popolarità è un dato secondario. Il dato principale è che qua sono stati persi dieci anni da un pessimo governo di centrosinistra che non ha fatto nulla di quello che serviva. Riteniamo di avere ricette, uomini, coalizioni e coerenza per poter produrre i prossimi cinque anni un buon governo in questa regione”.

Il candidato di centrodestra commenta l’avviso di garanzia recapitato a Raffaella Paita per la mancata allerta durante l’alluvione dello scorso ottobre e le parole del Cardinal Bagnasco, che ha parlato in qualche modo di giustizia a orologeria. “Ho letto con grande rispetto quanto espresso dal Cardinal Bagnasco e mi sarebbe piaciuto vedere simili dichiarazioni anche in altri momenti e da tanti esponenti della società civile. Talvolta qualcuno ha avuto meno fair play di noi”, afferma Toti, ricordando di non aver chiesto un passo indietro a Paita dopo l’annuncio della sua iscrizione sul registro degli indagati. “Siamo garantisti e restiamo garantisti. Esserlo con gli amici è troppo facile, bisogna esserlo con tutti, anche con gli avversari. Però i fatti di quelle notti sono sotto gli occhi di tutti. Non mi interessa nulla dell’avviso di garanzia. Penso che la Paita debba continuare la sua corsa, se il suo partito ritiene che sia la candidata migliore. Ritengo tuttavia che la Paita avrebbe dovuto dimettersi nelle prime due settimane di ottobre dell’anno scorso, quando ha dimostrato una totale incapacità a gestire, insieme alla sua giunta, un’emergenza ampiamente prevedibile, visto quanto era successo nel 2011”, attacca l’eurodeputato forzista.

Giovanni Toti risponde anche alle critiche di chi lo accusa di essere un catapultato che non conosxce i problemi della Liguria. “Vorrei sottolineare ancora una volta che vivo in Liguria da più tempo di quanto serva a ottenere la cittadinanza italiana. Mi auguro che i liguri utilizzino gli stessi parametri di legge per darmi la cittadinanza ligure. È anche il collegio elettorale in cui ho preso tanti voti alle Europee. Conosciamo i problemi e li abbiamo già affrontati in questo anno al Parlamento europeo, compresi gli stanziamenti dei fondi dopo l’alluvione che sono arrivati dopo una nostra interrogazione”, dichiara il candidato di centrodestra, che poi spiega quale dovrebbe essere il ruolo di un presidente di Regione. “Il presidente della Liguria deve avere sì conoscenza del territorio, ed essendo residente dal 2001 credo di avere una sufficienza conoscenza, ma deve avere una visione di insieme, di quello che è il rapporto tra regione ed Europa. Non è il presidente della Regione che sceglie l’asfalto della strada, ci sono i sindaci per quello. Il presidente di Regione colloca il suo territorio in un piano di sviluppo nazionale ed europeo”.