politica

Regionali 2015
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Ma Forza Italia vuol provare a vincerle le prossime elezioni regionali in Liguria o sotto sotto c’è chi invece sta lavorando solo per rimediare una onorevole sconfitta? L’interrogativo è meno ozioso di quanto possa apparire e mi sorge spontaneo dopo il dibattito che ho condotto su Pimocanale con quattro esponenti del centrodestra: i forzisti Lilli Lauro e Matteo Rosso, il co-coordinatore ligure dell’NCD Luigi Zoboli e il leghista Edoardo Rixi.

L’attuale fase di litigiosità non è una sorpresa e ci sta anche. Inoltre, è speculare alle risse che agitano il versante di centrosinistra, dove la ferita delle primarie inquinate non è rimarginata, al punto che i presidenti dei circoli Pd non vogliono sentir neanche parlare delle “primariette” per scegliere i candidati al consiglio regionale.

Alcuni elementi emersi durante il dibattito, però, meritano una sottolineatura. Intanto l’endorsement pubblico di Matteo Rosso, berlusconiano della prima ora e oggi profondamente deluso, a favore di Rixi. Chi conosce Rosso, un cosiddetto “can da voti” viste le sue performance elettorali, ne apprezza la sincerità ai limiti dell’ingenuità. E difatti ha candidamente confessato di avercelo anche fatto un pensierino alla candidatura, visto il suo cursus honorum, ma con altrettanta franchezza ha spiegato di essersi fatto rapidamente una ragione della sua irrealizzabilità (“con Biasotti ormai non ci parlo da tempo”) e di essere stato convinto dall’opzione Rixi “perché ha il pregio della chiarezza nel momento in cui dobbiamo sconfiggere un sistema opaco come quello incarnato da Burlando e Paita”.

Rosso si dichiara anche “pronto allo strappo” rispetto a Forza Italia e a una strategia che “con l’eventuale candidatura di Garaventa, persona pur degnissima, sarebbe perdente, tanto più che il partito non punta deciso su un nome, sul modello di Renzi con Mattarella. Si fa così, non aprendo a ipotesi subordinate che danneggiano la prima”.

Così parlò Rosso. Quesito: se davvero punti a vincere, come ti puoi perdere per la strada uno come lui? E rischiare la stessa cosa con altri come lui? L’ex sindaco di Sanremo Zoccarato, ad esempio, che si sarebbe fatto vivo con Rixi per garantirgli il proprio appoggio. Che resta non marginale in una provincia dove la stella dello scajolismo è così calante da mettere in dubbio persino la ricandidatura di Marco Scajola, nipote dell’ex potente ministro Claudio.

Naturalmente Lilli Lauro ha provato a tenere il punto della linea portata avanti dal coordinatore regionale Sandro Biasotti, ma ha ammesso: “Rosso sarebbe stato un ottimo candidato”. Ohibò. Quanto a Rixi, l’osservazione di Lauro è che “tanto la decisione verrà presa a livello nazionale”. Ora, che fra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sia in corso un difficile negoziato sui candidati presidenti alle prossime regionali è noto, mentre è ignoto come finirà.

E però: attenzione che Rixi stesso è già livello nazionale, perché è vicesegretario federale (cioè numero due in Italia) e in quel posto ce l’ha voluto proprio Salvini. Una volta che il Matteo leghista ha indicato il suo secondo come candidato in Liguria, volete che lo sacrifichi sull’altare di un’intesa con Berlusconi, con una mossa che finirebbe per intaccare la tenuta della struttura interna, già messa alla prova dai colpi di coda del vecchio establishment bossiano? Impensabile. E non possono immaginarlo coloro che fanno politica alle latitudini berlusconiane. A meno che, appunto, l’obiettivo sia vivacchiare (ma perché?) anziché dispiegare il tentativo di vincere.

Questo, al contrario, è l’esatto fine che si pone Rixi. Pura velleità, senza il sostegno coeso di tutto il centrodestra. Ciò che al momento in Forza Italia sembrano ignorare, però, sono le conseguenze di un’eventuale battaglia disarticolata dell’ex Polo delle Libertà. Allo stato delle previsioni, e con Salvini che appoggerà ventre a terra Rixi, la Lega la sua vittoria la porterà comunque a casa: risultato in doppia cifra e sorpasso sugli azzurri. I quali, invece, corrono il pericolo di scoprire che “la conta” possa essere deludente assai. Se poi i forzisti ritenessero che anziché provare a vincere, sia meglio perdere contro la Paita e il Pd, pur di non cedere per una volta il passo all’amica-nemica Lega, allora il discorso è diverso. Ma alimenta dubbi e sospetti.