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I due candidati alle Regionali su Primocanale
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Dalla grandi opere al tema dei rifiuti, dalla lotta al dissesto idrogeologico alla crisi della sanità. Sono tutti temi affrontati da Alice Salvatore ed Enrico Musso nel primo faccia a faccia in vista delle elezioni regionali del prossimo 31 maggio andato in scena su Primocanale. I candidati alla presidenza della Regione Liguria del Movimento 5 Stelle e di Liguria Libera hanno risposto alle domande poste loro dal direttore Luigi Leone e dalla redazione.

GRANDI OPERE – “Ci sono opere utili e opere inutili. Solitamente quelle che chiamiamo grandi opere risultano essere inutili. Risultano essere delle mangiatoie per il malaffare, come vediamo da tante inchieste”, afferma Alice Salvatore. “Parlando di Terzo Valico: il progetto era stato bocciato tre volte perché non superava la valutazione di impatto ambientale. È stato necessario che il governo Berlusconi facesse una legge ad hoc, la Legge Obiettivo del 2001, che esentava tutte le grandi opere dalla valutazione di impatto ambientale. Quindi già sappiamo che per la nostra salute quest’opera non dovrebbe essere costruita. Ma in realtà è anche inutile dal punto di vista del trasporto. Ci sono poi delle discrepanze di costo nella realizzazione di queste opere in Italia rispetto all’estero. C’è un progetto alternativo che costa solo un miliardo e mezzo, rispetto ai sei del progetto attuale, e che porterebbe gli stessi risultati. Si tratta di potenziare i valichi già esistenti”.

“Le grandi opere non sono a priori buone o cattive, bisogna valutarle. Le grandi opere di cui dibattiamo in Liguria sono le più approvate da una serie di successive elezioni di persone che hanno sempre votato le forze che hanno detto di volerle fare. Che poi non le abbiano fatte è un altro discorso ed è una loro responsabilità”, dichiara Enrico Musso. “La popolazione ligure ha un atteggiamento favorevole nei confronti delle principali grandi opere, in una percentuale che varia tra il 65% e il 90%. Il fatto che le grandi opere in Italia siano una mangiatoia non deve essere un buon motivo per bloccarle”.

PORTI – “Bisognerebbe ricominciare a investire nel territorio”, spiega la candidata del Movimento 5 Stelle. “Quello che è indotto e ricchezza non può essere convogliato su Roma ma è giusto che venga reinvestito in attività lavorative sul territorio ligure. Se pensiamo agli orari degli sportelli doganali, che sono centralizzati e funzionano con orari d’ufficio mentre l’attività continua durante l’arco dell’intera giornata, bisognerebbe omologarci al resto dei porti europei e creare più lavoro e rendere più veloce l’attività”.

“Le città portuali continuano ad essere trainanti nell’economia del mare nel resto d’Europa, qui invece rischiamo che lo siano meno. Questo deriva da un atteggiamento complessivo, anche delle amministrazioni pubbliche, verso l’impresa che non è particolarmente premiante”, afferma il candidato di Liguria Libera. “I porti liguri vanno bene perché sono sufficientemente grandi e sufficientemente infrastrutturati per accogliere le grandi navi che si stanno affermando sul mercato. Bisognerebbe coordinare l’attività dei tre grandi porti liguri, specializzandosi e facendo ciascuno alcune cose e non altre. L’afflusso delle risorse finanziarie dovrebbe essere rapportato al traffico che i porti producono, perché a quel punto ciascun porto è incentivato a investire in ciò che rende di più”.

DISSESTO IDROGEOLOGICO – “La lotta al dissesto idrogeologico è un’emergenza che va affrontata al più presto. Il problema in Liguria è che non c’è mai stata negli ultimi 20/30 anni la volontà politica di affrontare questo tema e quindi fare la prevenzione”, dichiara Alice Salvatore. “Parliamo di manutenzione dei rivi, a monte e a valle, e dei terreni boschivi. Non sono soltanto queste le misure da prendere. Dopo l’alluvione del 2011, è stato consentito dalla giunta Burlando di costruire più a ridosso dei rivi. Bisogna legiferare dalla regione perché ci siano delle tutele ambientali più stringenti per salvaguardare la nostra sicurezza. Bisogna attuare un procedimento inverso, cioè rinaturalizzare. Significa decementificare dove è stato impropriamente cementificato”.

“Bisogna fare il contrario di quello che ha fatto la giunta uscente in questi anni. Bisogna porre fine alle follie a cui abbiamo assistito. Si è lasciato costruire dappertutto e di tutto. Il risultato è che abbiamo una situazione di potenziali e attuali pericoli”, sostiene Enrico Musso. “Adesso bisogna all’occorrenza demolire dove è necessario, ma anche fare le opere utili che servano a diminuire il dissesto. Dal punto di vista della protezione e dell’emergenza, c’è un sistema fallimentare. Adesso assistiamo al palleggio di responsabilità tra l’assessore e l’Arpal. Questo sistema va riorganizzato. Il terzo tema è quello della manutenzione e del recupero del territorio e in particolare dell’entroterra”.

SANITA’ – “Siamo per abbassare i tempi per le liste d’attesa. Siamo spettatori di situazioni inaccettabili. Questo è il frutto di una gestione incompetente dell’azienda sanitaria, che è stata messa in mano a persone che non pensavano all’efficienza del sistema”, dice la candidata del Movimento 5 Stelle. “Bisogna incidere sulla selezione delle alte dirigenze: non più attraverso nomine politiche, ma vogliamo creare un comitato decisionale che raccolga operatori sanitari e cittadini per valutare i curricula dei candidati. Puntiamo inoltre a potenziare l’assistenza sanitaria a domicilio. Poi il discorso sanitario è collegato a quello ambientale. Vogliamo un luogo sano dove vivere in salute. Per questo bisogna potenziare i controlli dell’Arpal su aria, acqua e terreni”.

“La spesa pubblica pro capite in Liguria è di 2328 euro contro 1512 della media della Lombardia. Abbiamo 800 euro per persona persi, che all’anno valgono 1.3 miliardi su un bilancio della sanità che vale 3.7 miliardi. Se riusciamo a recuperare parte di questo 1.3 miliardi avremmo molte risorse da destinare a diverse attività”, spiega il candidato di Liguria Libera . Si potrebbe dare una risposta al problema delle code e delle fughe. La telemedicina potrebbe permettere di velocizzare l’attesa. Quanto ospedali dobbiamo tagliare? Potenzialmente nessuno perché qualcuno potrebbe specializzarsi nelle emergenze e altri nella cura delle malattie croniche. Per evitare una duplicazione di costi, potrebbe esserci anche una sola Asl”.

RIFIUTI - "In Liguria abbiamo una delle Tari più alte del Nord Italia, questo va di pari passo con il fatto che è prima regione in reati ambientali e mafia. I rifiuti non sarebbe un probelma se la cosa fosse gentita virtuosamente", dichiara Alice Salvatore. "Le soluzioni sono semplici, al contrario di quanto ci vogliano far credere certe amministrazioni. l'europa ci chiede un minimo di 65% di differenziata. E' un messaggio che non è stato mai ben vincolato, i cittadini non sanno che la loro Tari costa di più perchè devono pagare le sanzioni europee perchè non rispettiamo i parametri, questo la dice lunga su come è stata amministrata la Regione finora. La risposta è una raccolta differenziata porta a porta spinta. Porterebbe anche posti di lavoro. Si arriverà a questa fase dando più ordine alla gestione dei rifiuti. Si può cominciare mettendo due cassonetti, uno per l'umido l'altro per il solido, e destinare il primo al riciclo e il secondo a impianti dove verranno smistati i materiali riutilizzabili"

"Scinderei la questione della differenziazione dallo smaltimento. Siamo al 30/40% a differenza del 65% minimo richiesto", afferma Enrico Musso. "Dal punto di vista dell'aumento della differenziata c'è una visione di lungo periodo che comprende lo sforzo di formazione ed educazione in grado di mutare la sensibilità delle persone su questo tema. C'è una logica di breve periodo per cui le soluzioni tecniche bisogna spingerle attraverso un sistema di incentivi o disincentivi. Abbiamo gli strumenti tecnici per incrementare la differenziata. Bisogna dare un incentivo economico. Sullo smaltimento: a Genova ho visto di tutto. Prima si è puntato sull'inceneritore chiamandolo termovalorizzatore, poi abbiamo cambiato. Alla fine portiamo i nostri rifiuti prima a Torino e poi a Spezia facendo spendere centocinquanta mila euro pubblici al giorno. Bisogna decidere la soluzione tecnica, assumere una commissione di esperti, anche stranieri che si occupino di questi problemi".