economia

Dopo la decisione di organizzarne un altro a Venezia
3 minuti e 6 secondi di lettura
Il senatore genovese del Gruppo misto-Liguria Civica, Maurizio Rossi, ha scritto una lettera indirizzata alle principali istituzioni liguri, dal governatore Giovanni Toti al sindaco di Genova Marco Doria fino alle principali associazioni di categoria. Dopo la notizia del 'raddoppio' del Salone nautico previsto per il prossimo anno con la partecipazione a Venezia, il senatore ligure pone alcuni dubbi sul futuro della manifestazione a Genova. Riceviamo e pubblichiamo.

Gentili signori,
Sono molto preoccupato per la notizia del raddoppio del Salone Nautico perché ho la netta sensazione che in questa operazioni Genova rischi di perdere per sempre il suo Salone.


La società Saloni Nautici spa doveva nascere con azionisti Ucina e Fiera del Mare. Oggi Fiera non compare tra i soci e quindi si deve comprendere che ruolo abbia nella gestione del Nautico di Genova.

In passato ho sentito grandi idee, come quella di esportare il Salone nel mondo, valorizzando il suo marchio, la sua capacità attrattiva e organizzativa. Si era anche detto che era opportuno valutare il mese migliore nel quale organizzare il Salone, ipotizzando proprio lo spostamento in primavera. Inoltre ho sentito più volte che la Fiera di Genova avrebbe dovuto caratterizzarsi dedicandosi ad altre manifestazioni legate al mare.

Oggi, anziché fare un Nautico di Genova in Cina o in un altro Paese straniero, vengo a conoscenza che il 50% di 55 anni di nostra esperienza e investimenti è stato consegnato ad altra location in Italia, a Venezia.

La nostra città è stata totalmente assente in questa trattativa, che vantaggi ne avrebbe? Non si sa, ma intanto si tenta di dare a bere ai genovesi e ai liguri che il “raddoppio” del Salone sarebbe una buona notizia, e ciò mi amareggia. Non si può sempre e solo pensare che un comunicato stampa e una buona gestione dell’informazione sia sufficiente per far passare un'operazione che invece deve essere spiegata nel dettaglio alla città e a chi ha sostenuto il Nautico in tutti questi anni.

Io penso che la Saloni Nautici SpA, che doveva nascere con il 50% in mano a Fiera (questi si dice fossero i patti iniziali) ora non voglia più avere la Fiera come socio e lavori in modo del tutto indipendente, senza dover tenere in alcuna considerazione i soggetti genovesi, né la Fiera né i suoi azionisti.

Si impone un momento di verità, le istituzioni territoriali dicano qual è la loro posizione e si chiarisca se questo "finto raddoppio" sia solo il primo passo per affermare, domani, che il Nautico di Venezia ad aprile funziona più di quello di Genova a ottobre, schiacciato tra altre mostre internazionali, con il risultato di affondare l'evento di Genova, salvando il marchio per la sola Venezia!

Bisogna avere il coraggio di dirlo, però, avendo anche la consapevolezza che in tal modo si decreta la definitiva chiusura della Fiera di Genova. Un bene? Un male? Per come è portata avanti forse un bene, specie se ci fosse un'idea precisa su come utilizzare le aree liberate e se questa idea venisse illustrata con la necessaria chiarezza, soprattutto sui modi e sui tempi.

Prima, tuttavia, serve un moto di sincerità e di trasparenza, requisiti che mancano così tanto a Genova, spiegando che cosa davvero sta accadendo ai commercianti, ai ristoratori, agli albergatori, ai taxisti e a tutti coloro, sono davvero moltissimi, che dal Nautico si sono sempre aspettati una settimana di lavoro e di speranza di rinascita. La fine del Salone a Genova non può essere affidata a una velina e al silenzio assordante delle istituzioni che invito a illustrare la loro posizione e a difendere gli interessi della città.

sen. Maurizio Rossi