cronaca

Gli esercenti dicono basta ai buoni pasto non 'controgarantiti'
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L'azione legale non è ancora partita, ma entro la fine del mese, una volta che a livello nazionale saranno raccolti tutti i dati e soprattutto i crediti vantati, scatterà inesorabilmente anche alla luce degli ultimi accadimenti.

La Fipe, Federazione Nazionale Pubblici Esercizi ha dato tempo attivato un'unità di crisi sul caso Qui Ticket e si è vicini ad una svolta.

"Siamo molto preoccupati - dichiara il presidente genovese di Fepag Ascom Alessandro Cavo - perché la caduta di Qui Ticket potrebbe generare un effetto a catena con la chiusura di diversi esercizi pubblici. Anche sul nostro territorio gli esercizi pubblici che vantano crediti sono molti e si va da cifre di poche migliaia di euro a diverse decine di migliaia di euro.
Chi ha avuto meno danni è chi aveva un regime di liquidazione settimanale che notando un mancato rimborso ha interrotto prima la raccolta di buoni Qui Ticket'

Fepag Genova invita tutti gli esserci commerciali che si ritengono danneggiati a contattare l'organizzazione di categoria per una tutela a livello legale "con l'obiettivo - spiega Cavo - di recuperare almeno in parte il credito".

Ma il caso Qui Ticket amplifica una necessità che da tempo viene denunciata dalla categoria degli esercenti: senza le adeguate garanzie i buoni pasto rischiano di essere carta straccia.

"Vogliamo che gli emettitori di buoni pasto - conclude Alessandro Cavo - siano assimilati ad una banca alla quale vengono chieste moltissime garanzie cosa negli emettitori di ticket non c'è mai stata. Non accetteremo più di prendere della carta che non sia controgarantita".