cronaca

In vista della demolizione
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Quattro ore e basta. Non un minuto di più. Quattro ore per scegliere che cosa salvare del tuo passato. Non un minuto di più. Poi alle tue spalle si chiuderà per sempre la porta della tua casa. Scenderai le scale, tornerai in strada per guardare, se ne avrai la forza e il coraggio, le cariche di esplosivo che sbricioleranno palazzo, appartamenti, ricordi.
Ho provato a mettermi nei panni (certo è un esercizio impossibile!) degli abitanti dei palazzi che, inesorabilmente, crolleranno insieme ai resti sdentati del ponte Morandi. Una prova terribile. Un “gioco della torre” crudele con il tuo passato e buona parte della tua vita.

Avranno, sembra, quattro ore per entrare soli o con altri nei loro appartamenti e arraffare dai cassetti, dagli armadi, dalle librerie, quello che possono.
La scelta definitiva di che cosa salvare insieme alla loro vita, salva per fortuna, e di che cosa lasciare invece per sempre.

Qualche abito invernale, un comodo giaccone per resistere al vento del Ponente, l’orologio da polso del nonno, l’anello di fidanzamento. Di là i giochi dei bambini, il servizio di piatti. Facciamo a tempo? Quanto c’è ancora?
Le fotografie. Quella del nostro matrimonio o quella dei matrimonio dei nostri ragazzi? Arraffa, arraffa, butta tutto nel borsone.
Dove? Non c’è più posto…. Nella borsa con le scarpe! No il fornetto a microonde è troppo pesante e occupa spazio. Meglio quella pentola comperata da poco.
I miei libri…. Quali scegliere? I romanzi sui quali ho bruciato un po’ di occhi da ragazzo o le guide turistiche? L’enciclopedia! Serve a nostro figlio per la scuola.
Chiudi quell’armadio per non vedere che cosa resta dentro. Certo quelle sciarpe…. lasciamo perdere dai. Ma la porto sempre allo stadio! Porta fortuna sennò….
Allora se porta fortuna prendila, abbiamo ancora un minuto!