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Nel partito forti dubbi: "Prima viene Genova"
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Fumata nera dal vertice con la segreteria nazionale del Pd per le primarie del centrosinistra in Liguria. Alla fine la riunione è stata aggiornata alla settimana prossima, quando da Roma salirà a Genova Guerini per cercare una decisione definitiva sulla data. Le posizioni, infatti, sono ancora molto distanti.

Secondo quanto risulta a Primocanale, il presidente della Regione Claudio Burlando avrebbe insistito per chiamare alle urne gli elettori del Partito democratico e degli alleati ai primi di dicembre e comunque entro il 15 dello stesso mese, in ciò sostenuto da Antonino Miceli, il capogruppo del partito in consiglio regionale.

Al contrario, il segretario regionale Giovanni Lunardon, quello provinciale di Genova Alessandro Terrile e anche i due ministri liguri, Roberta Pinotti e Andrea Orlando avrebbero messo sul tavolo l’inopportunità di una simile scelta, alla luce delle ferite ancora aperte e sanguinanti provocate dalla recente alluvione di Genova.

I liguri del partito, insomma, propendono per tenere le primarie non prima di gennaio, quando la Regione Liguria e il Comune di Genova si spera possano aver messo in campo, con l’ausilio non secondario del governo, tutta una serie di iniziative concrete per avviare la messa in sicurezza di Genova. E, cosa ancora più urgente, siano arrivate risposte ancor più concrete alle richieste di aiuto da parte delle centinaia di imprese commerciali e artigianali messe in ginocchio dal disastro.

Proprio rilevando la distanza all’interno delle diverse componenti liguri del Pd, con l’ala burlandiana che insiste per stringere i tempi con l’evidente obiettivo di favorire la candidata Raffaella Paita, assessore regionale alle Infrastrutture e con deleghe a Protezione civile e Rifiuti, mentre il resto del partito sembra preoccuparsi soprattutto del rischio che il Pd possa finire travolto – rischiando quindi di perdere le elezioni della primavera prossima – dall’ondata di indignazione che sta percorrendo Genova e la Liguria, con significative prese di posizione anche a livello nazionale.

Molta eco, infatti, ha suscitato la manifestazione di ieri,
con i cantanti Francesco Baccini e Cristiano De Andrè in prima fila a urlare la protesta “ora basta”. Un coro al quale si è significativamente unito anche l’archistar Renzo Piano, che in margine a un evento a Milano ha affermato: “E’ ora che la politica si prenda le sue responsabilità”.

Non casualmente, sempre secondo quanto risulta a Primocanale, il ministro Orlando è intervenuto durante l’incontro mettendo in luce proprio questi elementi e rilevando anche come la candidatura così anticipata di Raffaella Paita abbia creato una sorta di cristallizzazione della situazione, impedendo una dinamica ordinaria e meno convulsa della campagna per le primarie, creando una condizione da congresso permanente che sta fortemente nuocendo.

Orlando ha osservato, inoltre, come stia prevalendo in Liguria un forte desiderio di discontinuità e rinnovamento
che certo non può essere incarnato da chi ha gestito il potere negli ultimi dieci-vent’anni. Insomma, il Guardasigilli non le ha mandate a dire. Al vertice hanno partecipato Serracchiani, Guerini e Paris per il nazionale, i ministri Pinotti e Orlando mentre la delegazione ligure era composta da Lunardon, Terrile, Burlando e Miceli.