politica

Rinvio dopo il "no" di Montaldo
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Consentire o meno ai primari liguri di lavorare anche in strutture convenzionate fuori regione: è su questo punto che si è consumata la lotta interna alla maggioranza in regione. Dopo mesi di dibattito in commissione, la proposta sbarca in aula come allegato alla manovra finanziaria. A quel punto il colpo di scena, con l’assessore alla salute che lascia i banchi della giunta per sedersi tra i consiglieri e annunciare il suo voto contrario, in dissenso ai colleghi dell’esecutivo. A sottolineare la rottura anche un post su Facebook.

Claudio Burlando a quel punto passa la palla al Consiglio, evitando di evidenziare la spaccatura tra il suo vicepresidente e il resto della giunta. Dopo un dibattito di un’ora la maggioranza decide di rinviare il voto, tra la delusione dei sostenitori dell’articolo e le proteste dell’opposizione, che lascia l’aula in segno di protesta. Tutto rinviato a gennaio. Nel centrodestra si ironizza: “Basta che si voti dopo le primarie”.

Già perché il confronto interno al partito democratico sembra condizionare sempre di più, e da tempo, anche il lavoro istituzionale del Consiglio, tra proposte che sembrano favori elettorali e strappi clamorosi che sembrano servire a marcare il territorio soprattutto nei confronti degli osservatori esterni. I direttori di reparto per ora dovranno rinunciare a cercare fortuna fuori regione.