cronaca

A un anno dalla grande marcia nel centro della città
1 minuto e 54 secondi di lettura
Presidio dei lavoratori dell'Agnesi davanti ai cancelli dello storico stabilimento di Imperia. È passato esattamente un anno dalla grande marcia, promossa dal sindaco e dalle organizzazioni sindacali, che riempì le strade della città. “Non è cambiato niente", afferma Gianni Trebini della Cgil. “L'unico aspetto positivo è che rispetto alle decisioni dell'azienda, che voleva chiudere entro il 31 dicembre 2014, si sta continuando a lavorare. Ma si lavora grazie ai lavoratori e grazie a tutte le iniziative che abbiamo fatto, dagli scioperi alle manifestazioni. Siamo riusciti a mantenere una buona parte dell'occupazione”.

“La vertenza è aperta e questo presidio serve a tenere alta l'attenzione sul problema dell'Agnesi. I lavoratori vogliono sapere cosa succede loro il 1° gennaio 2017, che è la data in cui, al momento, ci sarà la chiusura definitiva”, prosegue Trebini. “Secondo quanto ci ha comunicato l'azienda, la chiusura definitiva dovrebbe essere sostituita da una produzione alternativa. Però siamo sempre sul piano teorico, noi vogliamo un piano di dettaglio. Lo vogliamo quando faremo l'incontro al Mise con tutte le parti coinvolte. I lavoratori voglio sapere quale sarà il loro destino”.

Sull'incontro al Mise interviene anche Pietro Lai della Uil: “Da questo tavolo ministeriale ci aspettiamo che venga davvero presa in considerazione questa azienda, che è storica per la città di Imperia e una tra le migliori produttrici di pasta in Italia”, spiega. “Ci sono più di cento lavoratori che non conoscono il loro futuro. Noi vogliamo che il ministero prenda degli impegni e li mantenga. In questi giorni stiamo vedendo una carrellata di politici che vengono a visitare i lavoratori e a dare il loro sostegno. La mia preoccupazione è che sia solo una passerella politica, vogliamo vedere cosa faranno in concreto quando saranno eletti. I lavoratori hanno già dato parecchio, sono in sofferenza e ci sono persone che non sanno cosa sarà del loro futuro”, conclude Lai.

Gigi Lazzarini della Cisl pala invece della nuova campagna pubblicitaria lanciata dall'azienda. “L'attendevamo da mesi perché ci era stata promessa. È un inizio ma non basta. Occorre valorizzare i nostri prodotti, che devono essere all'altezza dello spot che rese famosa la nostra pasta negli anni '80. Abbiamo delle eccellenze che dobbiamo valorizzare”.