Politica

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Nel breve tratto di strada tra Palazzo Tursi e piazza De Ferrari sono stato fermato da tre politici che appartengono alla categoria di quelli che sanno e che riescono anche a ragionare. Il tema delle tre brevi chiacchierate è stato uno solo: non tanto chi andrà a governare il porto di Genova, ma qualcosa di più sfizioso e cioè come andrà avanti la partita a scacchi sul potere che si sta giocando tra Comune di Genova e Regione. Partita a scacchi tra la sindaco, Marta Vincenzi, discontinua per vocazione e il presidente della Regione, Claudio Burlando, granitico per carattere.

Vediamo dunque le mosse in un giochetto che, me ne rendo conto, interessa soltanto gli addetti ai lavori e chi si diverte a misurare gli equilibri nella città.

Dunque Odone, presidente della Camera di Commercio, ha “sparato” il nome di Palenzona senza avvertirlo che non era un nome secco ma faceva parte di una terna: Palenzona si è fatto da parte. Possiamo pensare che Odone sia stato ispirato dal presidente di Carige, Berneschi.

La mossa alla Vincenzi che, convinta da Prodi, fa sbarcare su Palazzo San Giorgio l’ex sindaco della laguna, Paolo Costa. Contromossa di Burlando che attraverso la presa di posizione di Conti e Vesco liquida Costa.

E ora ecco i ragionamenti dei tre signori che ho incontrato stamattina.

Chi sostiene che la sindaco sia stata sconfitta potrebbe sbagliarsi. La Vincenzi, infatti, potrebbe giocare uno scacco al re (di piazza de Ferrari) lanciano per la presidenza della Port Authority il senatore Graziano Mazzarello, restituendogli il favore di averla appoggiata fortemente i n campagna elettorale e soprattutto nelle primarie. A questo punto che cosa potrebbe fare Burlando? Se approva Mazzarello accetta un uomo vincenziano alla guida del porto, se lo boccia apre un problema pesante all’interno del partito democratico. Insomma se la mossa della Vincenzi fosse questa la filosofia della discontinuità crescerebbe utilizzando (e questo è curioso) un personaggio dell’establishment diessino di lungo corso. Anzi, lunghissimo.