Politica

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Se davvero come sembra stando ai rumors di fine giornata sarà Luigi Merlo, oggi assessore regionale ai Trasporti, a sedersi sulla più alta poltrona di Palazzo San Giorgio, accadranno alcune cose interessanti. Curiose, da analizzare. Gli editorialisti locali potranno scrivere parecchio, ipotizzare nuovi scenari, equilibri avanzati, ritirate repentine, forse qualche disfatta.

Intanto saranno contenti gli imprenditori portuali che hanno manifestato a Merlo una buona dose di fiducia.

Nella disfida che occupa in maniera così ossessiva noi giornalisti, diremo che ha vinto il presidente della Regione, Claudio Burlando in coppia con quello della Provincia, Alessandro Repetto. Burlando, zitto zitto, quatto quatto prima è riuscito a far passare la sua idea di fare il dibattito pubblico tra i candidati le cui immagini riprese in diretta da Primocanale sono finite sulla scrivania del ministro dei Trasporti, Bianchi. Il sindaco Marta Vincenzi ha scritto un’accorata lettera (poi smentita) al presidente Prodi dicendo: troppe interferenze, se non fate presidente Costa potrei addirittura dimettermi. E preannuncia clamorosi ricorsi. In effetti il sindaco difendendo il suo candidato Costa, difende una sua posizione del tutto corretta: porto e città devono essere concordi sennò…..

Merlo lascia un posto-chiave del governo regionale e mette in difficoltà Burlando che non ha molti margini per scegliere un successore. Rimpastino? Per esempio Carlo Ruggeri alle Infrastrutture e i Trasporti nelle mani dello stesso presidente? O un rafforzamento di Rifondazione, magari con un “premio” a Giacomo Conti che ha sparato le prime cannonate contro la candidatura del doge veneziano? Ma Burlando mette il suo gagliardetto sul tetto del palazzo portuale.

Gli equilibri delicati della politica ligure verrebbero scombussolati da questa ventata.

Forse, a questo punto, Marta Vincenti e Claudio Burlando dovrebbero mettersi d’accordo seriamente, firmare un armistizio per il bene della città e della regione.

Purtroppo Genova e la Liguria non godono di buona salute. Anzi. Stanno maluccio per dirla da ottimisti. Porto da reinventare, aeroporto da ricostruire, collegamenti da terzo mondo, industrie inesistenti.

Ci vuole la forza dell’unità di intenti per giocare bene una battaglia decisiva, senza ideologie, ma su obiettivi concreti e il ruolo del porto di Genova insieme e a quelli di Savona e La Spezia è il motore dello sviluppo che può dare la spinta o frenare tutto.

Merlo a Palazzo san Giorgio è una garanzia di serietà e mediazione, ma anche di volontà di scegliere senza farsi tirare la giacca dagli interessi di bottega.

Questa è la terna che vorremmo vedere unita.