porti e logistica

Obiettivo: intercettare i traffici persi
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Creare un sistema portuale integrato per superare le divisioni per recuperare circa 11 milioni di container all’anno sugli scali liguri: questo l’obiettivo degli spedizionieri che si sono riuniti in assemblea a Genova. Per la prima volta le associazioni di Genova, Savona e La Spezia si sono riunite unitariamente. Parola d’ordine: “Fare sistema”. “La sfida che vogliamo lanciare a istituzioni e operatori è proprio quella di costituire un sistema portuale integrato che si lasci alle spalle i campanilismi”, spiega Maurizio Fasce, presidente di Spedirporto. “Soltanto attraverso una reale integrazione saremo in grado di dare competitività ai nostri scali, sia recuperando i 900.000 contenitori all’anno diretti all’Italia, ma che fanno scalo in altri Paesi, sia intercettando i traffici diretti al mercato del centro Europa: un traffico contendibile di 10 milioni di teu/anno”.

Sburocratizzare le procedure e velocizzare gli investimenti sulle infrastrutture di accesso ai moli: questo l’auspicio di Alessandro Laghezza, presidente dell’associazione degli spedizionieri della Spezia: “Servono risposte rapide, rischiamo di essere tagliati fuori se i collegamenti non vengono completati. Ma ci sono anche le infrastrutture immateriale: per questo dobbiamo sburocratizzare e dare regole più efficaci”.

Tante proposte, dall’assemblea degli spedizionieri liguri, ma anche un appello: “Fermare i corridoi doganali, che rischiano di indebolire pesantemente il sistema portuale italiano”, dice Alessandra Orsero,  presidente dell’associazione degli spedizionieri di Savona e Imperia.

Con l’assemblea unitaria le associazioni degli spedizionieri vogliono lanciare un segnale di unità. Lo avevano già fatto a inizio anno dando vita alla società Ligurian Logistic System, che mette insieme gli spedizionieri di Genova, La Spezia e Savona per un totale di oltre 600 aziende, 13.000 dipendenti e oltre 900.000 teu movimentati ogni anno. Anche i porti devono lavorare insieme e in parte lo stanno già facendo, dicono i presidenti delle autorità portuali di Savona e Genova. “Abbiamo già i temi della promozione, ma la collaborazione tra le Autorities esiste anche su altri fronti. Lavoriamo per portare avanti i nostri investimenti dandoci una mano reciprocamente, visti i problemi burocratici quotidiani”, spiega Gin Luigi Miazza, presidente dell’Autorità portuale di Savona.

Le proposte degli spedizionieri vanno nella direzione di intercettare i traffici persi. Un obiettivo ancora più ambizioso e necessario da raggiungere se si considerano gli introiti che l’Italia perde ogni anno a causa della fuga delle merci in altri scali: “Il nostro Paese lascia ad altri circa 6 miliardi di euro all’anno, che significherebbero investimenti e posti di lavoro – dice Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto -  Quei 10 milioni di teu valgono 70 miliardi. Se guardiamo agli altri Paesi europei ci rendiamo conto che i loro sforzi vanno sulla strada di difendere quei traffici, per questo dobbiamo rendere sempre più competitivi i nostri scali”.