cronaca

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Immediate dopo lo stop al decreto Semplificazioni da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono scattate le reazioni del mondo politico, economico e sociale genovese e non solo.  All'interno della misura è contenuta anche la sospensione delle tasse per tutti i contribuenti colpiti dal crollo del ponte Morandi a Genova. 



"E' un pasticcio che penalizza una parte importante della nostra Regione, mi auguro che il Governo corra ai ripari per rimediare al problema, certamente è un pasticcio, ma spero non sia irrimediabile". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine dei lavori del consiglio regionale. "Ritengo che il Governo debba intervenire al più presto per garantire la prosecuzione delle esenzioni fiscali legate al ponte Morandi", auspica Toti.


Il minsitro alle Infrastrutture Danilo Toninelli replica: "Stiano tranquilli il presidente Toti e tutte le opposizioni che con i loro passati governi hanno fallito la gestione di qualunque emergenza si sia verificata in questo Paese: la norma del decreto Semplificazioni, stralciata non per volontà dell'esecutivo, sarà ripresentata nel primo provvedimento utile". 



La Cisl non permetterà che gli aiuti ai genovesi vengano cancellati”. Così il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri. “Con il decreto semplificazioni finito sotto la mannaia del Presidente della Repubblica - ha proseguito Maestripieri -, è saltato anche il rinvio a fine anno delle tasse dovute dai contribuenti che hanno subìto danni economici in conseguenza della tragedia del ponte Morandi. Può darsi che qualcuno finisca addirittura per prendersela con Sergio Mattarella, che invece ha correttamente spiegato, minacciando di non controfirmare quello che stava diventando un decreto omnibus, che il provvedimento non poteva diventare, come è già accaduto per il decreto emergenze, un contenitore di interventi disomogenei. Cosa c'entrano certe misure con il decreto semplificazioni? Nulla, in effetti" ha spiegato ancora Maestripieri.



sul tema intervengono anche i commercianti di Certosa: "Ci siamo rimboccati le maniche con la speranza di ricevere un aiuto da parte del Governo - racconta Pino Pace, vicepresidente del Civ Vivi Certosa -. Noi abbiamo bisogno di tempi diversi rispetto a quelli della burocrazia, immediati. Io stesso da ieri ho un dipendente in meno, perché non posso permettermi due impiegati. A fine mese devo pagare le fatture, il 10 febbraio gli stipendi, il 16 i contributi. Abbiamo cercato di collaborare sempre in sincronia con le istituzioni, soprattutto quelle locali, ma forse dovevamo essere più critici. Tra l'altro, sui giornali si parla di proroga della sospensione, ma nel decreto si è sempre parlato di esenzione, che è una cosa ben diversa", puntualizza Pace. 



"I genovesi non possono subire l'ennesima beffa", dichiara Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova. Come più volte espresso da centinaia di imprese e dai Civ dell'area colpita, la situazione in quei quartieri è tutt'altro che rosea - afferma in una nota -. Le imprese sono ancora alla ricerca di risposte per quanto riguarda l'attuazione delle diverse misure previste dal Decreto Genova, che fino ad oggi purtroppo assomiglia di più ad una chimera che ad uno strumento efficace per dare un aiuto a ripartire. Non vorremmo - prosegue - che oltre al danno dell'incertezza sull'attuazione dell'art 8 del decreto Genova che istituisce la Zona Franca, si arrivasse anche alla beffa di un'ora X nella quale dover pagare tasse arretrate senza aver ricevuto ancora nessun aiuto concreto. Chiediamo con forza al Governo di prorogare immediatamente la sospensione dei pagamenti e di dare immediata attuazione alla Zona Franca, così da poter dare, al di là degli annunci, finalmente risposte alle tante imprese e cittadini coinvolti".