cronaca

I 5 Stelle: "Serve analisi anche nelle aree militari inquinate"
1 minuto e 30 secondi di lettura
Arrivano dalla Capitale, dal Corpo Forestale di Roma, i primi esiti delle analisi sui fusti rinvenuti sulla collina di Pitelli, interrati nei pressi di un ex campetto di calcio, alcune settimane fa.

Stando alle indicazioni si tratterebbe di 30 fusti della capacità di circa 200 litri ognuno. E considerando la zona sino ad ora presa in esame (1.200 metri quadri) la cubatura dei rifiuti interrati è, secondo la Forestale, stimabile in alcune migliaia di metri cubi. Quante, è presto per dirlo.

La trentina di fusti dissotterrati conterrebbe ceneri, scorie di fonderia, materiali sciolti intrisi di idrocarburi ed oli esausti, oltre ad una sostanza definita come ‘amalgama densa’ che sarà oggetto di analisi successive.

L’indagine aperta dalla Forestale su disposizione della Procura della Spezia nel 2014 torna dunque a far luce su una vicenda, quella legata alla ‘collina dei veleni’, devastata da discariche e interramenti di sostanze tossiche, che occupa da 20 anni le cronache giudiziarie spezzine e non solo. E tra gli abitanti della frazione spezzina di Pitelli, che mai comunque si erano illusi di come la storia potesse essere giunta al capolinea, torna la paura.

Sulla vicenda il Movimento 5 Stelle chiede che la Regione Liguria e le istituzioni locali si muovano presso il governo affinché Pitelli venga riconsiderato sito di interesse nazionale per le bonifiche, dopo il declassamento a sito regionale di due anni fa.

"Potremmo avere più risorse per la bonifica del sito - dice il consigliere regionale Francesco Battistini - dobbiamo mettere in sicurezza quella zona e gli abitanti. La Regione da sola non può farcela. Bisogna iniziare a coinvolgere il Ministero dell'Ambiente, ma anche quello della difesa: ci sono tutte le aree militari in quella zona che hanno bisogno di una caratterizzazione, sono inquinate, ma non sappiamo da cosa".