politica

Dalle primarie perse al cerchio magico di Renzi
3 minuti e 6 secondi di lettura
Ci volevano due “si” per riportare alla ribalta della sua città la ministra Roberta Pinotti, potentissima titolare dell'impegnatissimo dicastero della difesa, in questi anni di guerre, terrorismo e grandi impegni bellici e migratori, con gli eserciti e le Marine schierate ovunque e anche alle porte di casa nel nostro Mediterraneo infuocato.

La Roberta o la Roby, come confidenzialmente la chiamavano i suoi compagni di partito, che forse ora, vista la vertiginosa carriera compiuta ai vertici dello Stato e del Governo, non osano più, è apparsa pubblicamente nel ricco week end genovese, sia per celebrare il “sì” di due ragazze gay, Pamela e Elisabetta, che ha sposato in pompa magna, con tanto di fascia tricolore, sia per partecipare a un dibattito sul referendum istituzionale e per sostenere in questa battaglia, appunto, il “si” per il quale tutto il governo è fortemente impegnato.

Non che la Roby - tanto per restare sul confidenziale - non riesca mai a ritagliarsi i suoi spazi genovesi, nonostante i gravosissimi impegni ministeriali, che la spostano continuamente in giro per l'Italia e per il mondo. Anzi. Tanto per essere precisi, mercoledì scorso, quando il premier Matteo Renzi era qui a Genova, prima in Prefettura e poi su questa Terrazza, anche la ministra ha partecipato all'incontro istituzionale con il sindaco Doria, il governatore Toti e il prefetto Fiamma Spena e i 67 sindaci dell'area metropolitana. 

Nel fine settimana la Pinotti è riapparsa nella sua Genova con quei due eventi significativi che finalmente mettono in rilievo anche a casa sua il ruolo di questa cinquantenne signora che ha fatto cotanta carriera. Perchè di carriera la nostra ministra ne ha fatta veramente e forse questo fatto, visto il pudore e un certo understatment genovese, non appare mai molto.

Ricopre uno dei ministeri più importanti di questi tempestosi anni, sta nel cerchio magico di Renzi, ha una visibilità internazionale che ai genovesi, un po' stundai, sfugge spesso. Mica male per quella giovane prof con lunga e splendida treccia bionda, lunga tutta la schiena, che la presidente di Provincia, Marta Vincenzi, estrasse dall'anonimato, per affidarle un assessorato.

Poi vennero gli incarichi in Comune, perfino una segreteria di Partito Provinciale, i seggi in Parlamento, anche lo sfortunato scontro alle Primarie del 2011 in Comune contro la stessa Vincenzi e il trionfante Marco Doria e ancora il Senato, la presidenza di Commissione Difesa e, con Renzi alla ribalta, niente meno che il Ministero della Difesa sotto l'occhio protettiovo del presidente Napolitano, tra gli applausi dei generali che ne avevano sempre apprezzato lo stile fermo e riservato.

Si può dire che quelle Primarie perse furono la fortuna politica della Pinotti.
Mica male per la ex capa scout, dal solido impegno cattolico, sempre rispettato anche nel Pci-Pds-Ds e infine Pd. Mica male per la pacifista delle marcie nelle strade di Genova. Con il suo stile sobrio e una certa riservatezza, la Roby ha sempre superato le accuse di essere entrata un po' in contraddizione con le sue convinzioni giovanili, con i suoi principi.

Certo, non deve essere stato facile decidere, insieme al suo Governo, la posizione dell'Italia in Libia, la concessione alle forze aeree internazionali di sfruttare le basi italiane, tutta la politica contro il terrorismo dell'Isis, che ha cambiato la visione del mondo e delle frontiere, dei confini in un clima molto simile a quello bellico, tra muri, barriere e tante divise militari, anche a due passi da casa. Ed è un gran merito restare solidamente in quella posizione di grande responsabilità e potere in serenità e distacco. A patto che ci si occupi anche di Genova e della sua politica, che ha sicuramente bisogno di leader e di adeguata rappresentanza.