cronaca

Perchè questo quartiere continua a essere trattato così male?
2 minuti e 6 secondi di lettura
 Passino i lavori eterni della copertura del Bisagno, che sconvolgono il traffico da dieci anni alla Foce e che per altri cinque - se tutto va bene - lo sconvolgeranno ancora. Ma perchè questo quartiere chiave della città, oggi l'affaccio sul presunto Water front del Levante, che per evitare la sfiga in materia non si chiama più Blue Print, deve continuare ad essere trattato così male?



Quando, fatte le dovute gimkane, aggirate le rotonde, arrivi in fondo cosa ti trovi davanti? Nella sua desertica maestosità ammiri la sterminata inutilità di Piazzale Kennedy, che meglio sarebbe definire il piazzale della Vergogna.


Qui muoiono tutte le speranze di riscatto urbano del Levante della città. Perchè non esiste solo un Ponente penalizzato, mazziato dalla storia, dalle devastanti ricostruzioni industriali, dal disastro ambientale, dalla cancellazione del mare e dalla cancellazione di spiaggie, ville giardini in nome del progresso e del lavoro garantito a generazioni.


Esiste anche quel levante, che incomincia alla post Fiera, in cima a corso Italia, in fondo al Bisagno ricoperto e cantierato in secula seculorum. Questo emorme spazio perduto, ma non tale per le coppiette che si vogliono appartare nottetempo, per le lezioni private di scuola guida, per i maxiposteggi delle oramai rarefatte manifestazioni fieristiche o quando, ogni morte di papa come è il caso di dirlo, viene il papa a dire messa, è da decenni indegnamente abbandonato al suo destino di spazio perduto.


Benedetto Riccardo Garrone, pace all'anima sua, che voleva costruirci uno stadio. Magari maledetti quei partiti dell'intrallazzo pubblico, oggi scomparsi, che tramavano qualche anno fa per costruirci un megaposteggio sotterraneo a tre piani con tanto di pioggia di tangenti.


Quello doveva essere il vero waterfront turistico, oltre le banchine portuali, che Renzo Piano aveva concepito nel suo disegno, oggi brillantemente appeso nelle bacheche del Museo del mare. Quella doveva essere la spiaggia dei genovesi, l'affaccio al mare per chi sbucava dalla Sopraelevata e guadagnava il Levante dal centro, una volta superati i cavalli di frisia dei cantieri disseminati tra Brignole e Brigata Partigiane. Quello doveva essere il completamento della “quadra” di Piazza Rossetti, del grande architetto Daneri, il lato aperto al mare, al Golfo.


Passa il tempo, passano gli anni e i lustri e quello spazio perduto si perde sempre di più, una specie di immensa anticamera al nulla della Fiera, che si accende e spegne come i lumicini di Pollicino. Aspettando il Waterfront bis, aspettando le darsene, aspettando i canali d'acqua, aspettando i Palasport risponsorizzati. Aspettando.......Godot.