cronaca

Sul web si fingeva manager statunitense
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La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano nei confronti di una trentina di presunti pedofili dediti all'acquisizione o al traffico di materiale video sul web. Quattro le persone arrestate, tra cui un sacerdote. Gli altri sono due disoccupati e un operaio.

Secondo quanto si è appreso il religioso è stato arrestato ad Alassio ed è stato portato in carcere. Si tratta di un uomo di 49 anni, che è accusato di "cessione aggravata" di materiale pedopornografico (Art. 600 e 602 del Codice penale), contestazione che prevede l'aver trattato materiale con "Minori di anni 16" e in "numero maggiore di tre". I due disoccupati hanno 58 e 51 anni, l'operaio anch'egli 51. 

Il sacerdote arrestato si fingeva un manager statunitense nelle conversazioni sul web con gli altri indagati. E' quanto emerge dalle indagini coordinate dal pm di Milano Giovanni Polizzi. Il prete, un salesiano, aveva vissuto per diversi anni a Oulx, località della Val di Susa, in provincia di Torino, e recentemente era stato trasferito ad Alassio,

Il sacerdote aveva acquisito una falsa identità, come del resto quasi tutti gli indagati. Sosteneva inoltre di essere spesso in Italia per motivi di lavoro, giustificando così il fatto che il suo indirizzo email era fornito da un provider italiano. Secondo le accuse l'uomo avrebbe acquisito in particolare fotografie e video di preadolescenti. Ma tra il materiale scambiato dagli indagati c'erano anche scatti di bambini di pochi anni, nella maggior parte dei casi provenienti dall' Estremo Oriente. Tra le persone coinvolte c'è anche un insegnante.

Da quanto si è saputo, i presunti pedofili provenienti da diversi Paesi si incontravano sul social network russo Imgsrc.ru, utilizzato dagli iscritti per pubblicare immagini di vario genere. Si lanciavano segnali attraverso commenti 'in codice' a fotografie non pedopornografiche di bambini, spostando poi le conversazioni, quasi sempre in lingua inglese, su altre piattaforme web, dove avveniva lo scambio di migliaia di immagini da parte della rete internazionale. Scambio che nella maggior parte dei casi non richiedeva una contropartita economica, ma piuttosto la fornitura di altre immagini con il sistema del 'peer to peer'.

Le indagini sono state effettuate da agenti della polizia postale sotto copertura, che sono riusciti a infiltrarsi nella rete fingendosi pedofili. Durante le perquisizioni è stato sequestrato materiale che ora è al vaglio degli inquirenti. Sono in corso gli accertamenti per verificare se alcuni degli indagati siano anche responsabili della produzione di materiale pedopornografico, oltre che dello scambio. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip di Milano Paolo Guidi ha contestato il pericolo di reiterazione del reato da parte delle persone coinvolte.