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La capogruppo: "Primarie? Sì, ma non come Cofferati"
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Primarie o non primarie? "Anzitutto cercare una candidatura unitaria. Poi, se non ci si riesce, si facciano le primarie. Ma non come quelle di Cofferati". Raffaella Paita, capogruppo del Pd in Regione, nell'intervista a Primocanale con Mario Paternostro lancia la sua linea per le amministrative a Genova e La Spezia. Se il nome non si trova "è perché nella società civile si fa fatica a trovare chi voglia impegnarsi". Poi saluta sportivamente Orlando: "Fa bene a proporsi, ma sosterrò Renzi". 

Orlando si candida: uno scossone anche a livello locale.
Sta succedendo una cosa normalissima nei partiti democratici, dove non sceglie l’algoritmo e neppure il capo. Sta succedendo il Congresso, uno dei momenti più alti del centrosinistra. Giusto che si confrontino più posizioni politiche, ma che lo facciano in spirito di lealtà. Vedo di buon occhio che Orlando abbia scelto di candidarsi, ma come è noto sosterrò Renzi: credo ci sia bisogno di un progetto davvero riformista.

Quindi Orlando è meno riformista?
Quando parla dice di voler rappresentare la sinistra, dice che darà voce a chi viene dai Ds. Invece credo ci sia bisogno di rappresentare tutti i riformisti: quello della sinistra, quello del cattolicesimo democratico. Io credo nel Pd a vocazione maggioritaria. Se sceglieremo una strada differente, come vogliono Orlando ed Emiliano, riporteremo il partito alla soglia del 20%.

In Liguria c’è un congresso che si avvicina: i liguri ci stanno capendo poco, altri sono stufi. Avete trovato l’unità per la segreteria con Vattuone, ma per le comunali cosa sta succedendo?
La vicenda nazionale deve riguardare l’intero Paese, in fondo stiamo discutendo delle ricette per il futuro. Lo statuto prevede che il segretario e il candidato premier coincidano, quindi non dobbiamo parlare di noi stessi. Credo ci vogliano misure molto forti per le donne, per la crescita e per la sanità, per mitigare i grandi errori che si stanno facendo. Toti e Viale hanno deciso di privatizzare tutti i nostri ospedali e creare due sanità, una per i ricchi e una per i poveri. Ma mentre parliamo di questo credo sia giusto tenere separata la discussione sulle amministrative. L’elezione unitaria di Vattuone è un segnale di responsabilità. Discutiamo, ma cerchiamo di trovare una guida unitaria.

Però la lezione della Dc era quella delle tante correnti una contro l’altra che trovavano la sintesi. A Genova e La Spezia sembra che non si riesca a trovare: lei sarebbe disposta per trovare un candidato unitario a cedere qualcosa ai non renziani?
Assolutamente sì, lo sto già facendo per La Spezia. Non è detto che ci si riesca. È un momento difficile per coinvolgere la società civile. Ci sono persone che non amano essere coinvolte in un progetto politico. La politica talvolta non è in grado di risolvere da sola tutti i problemi che le persone hanno.

Magari hanno paura, no?
Sì, facciamo anche il mio esempio. Sono stata assolta, ma ho ricevuto un avviso di garanzia, sono stata a processo per vicende da cui ero estranea. Fare il politico comporta difficoltà e critiche. Non sono certa che si riescano a trovare persone disposte a impegnarsi per la loro città. Stiamo cercando di farlo comunque. C’è anche un’alternativa: prima cercare una candidatura unitaria, poi, se non ci si riesce, si facciano la primarie. Che non diventino come quelle di Cofferati, dove uno esce con la palla in mano e decide di distruggere la coalizione di centrosinistra e regala la vittoria alla destra.

La scissione c’è stata allora, quindi.
C’era un disegno che veniva da lontano. Io ricordo la scissione della Bolognina. Allora si discuteva di temi molto alti: l’ancoraggio al Novecento, la socialdemocrazia, l’abbandono del comunismo. Una scissione sulla data del congresso è ai limiti del ridicolo e dimostra il fatto che il male feroce che la sinistra ha avuto è stato il dividersi in momenti cruciali.

Che messaggio dà agli altri renziani e al resto del partito?

Non ne hanno bisogno. Tutti sono stati abbastanza responsabili. Non è solo colpa loro se non si trova un candidato. L’epoca in cui il centrosinistra candidò Pericu era un’epoca in cui la società civile davvero si metteva a disposizione. Sono d’accordo con quello che ha detto Doria. In un momento in cui c’è bisogno di mettersi in gioco e la politica è considerata debole la società civile dovrebbe fare un passo in avanti. Non ci si riesce, ma io non demordo. Il tempo stringe? Sì, ma è anche vera una cosa. Noi avevamo sempre fatto mosse in anticipo su Toti. io non credo che Toti sia un buon presidente della Regione, ma su una cosa è stato bravo. Ha messo in campo candidature dopo il centrosinistra e ha creato l’effetto novità. Dobbiamo avere la serenità di scegliere la persona giusta al momento giusto.

Tornando alla sanità: molte cliniche private funzionano bene. Come mai non è d’accordo?
Le liste d’attesa, sono andata a controllare, sono cresciute ovunque di circa un anno. È un effetto gravissimo. Io non ho nulla contro i privati, però intendo la loro funzione nelle specialità. Come è possibile privatizzare il pronto soccorso? Non è realizzabile. E questo determina una situazione molto semplice, come in Lombardia. Non vorrei che le persone in difficoltà economia non si potessero curare.