cronaca

La benedizione durante il Regina Coeli in piazza San Pietro
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"Voglio concludere con un saluto ai genovesi e un grande grazie per la loro calorosa accoglienza che mi hanno riservato ieri. Che il Signore li benedica abbondantemente". Così Papa Francesco, alla fine del Regina Coeli che sostituisce l'Angelus nel tempo pasquale, conclude idealmente da piazza San Pietro la sua visita pastorale in città. “Un'accoglienza calorosa”, dice il Pontefice: un po' per la temperatura, verrebbe da scherzare, ma soprattutto per l'entusiasmo dei 100mila fedeli che hanno affollato le varie tappe in un clima di festa e grande emozione.


LA GIOIA DI BAGNASCO
- "Grazie al Santo Padre che ha ridato ali a questa città". Lo ha detto, a Radio Vaticana, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, il giorno dopo la visita del Papa. "Noi tutti speravamo - ha aggiunto Bagnasco - che la visita, la presenza del Papa fosse per Genova, città e Chiesa, un colpo d'ala, e abbiamo avuto tutti l'impressione che ci sia stato, e che continuerà". "Genova è stata nei decenni, da tanti, tanti anni, a mio parere, spogliata progressivamente del tessuto industriale lavorativo che l'ha sempre caratterizzata - ha proseguito il cardinale -. Non so perché, e non è questo il momento per fare delle analisi, ma è un dato di fatto che è sotto gli occhi di tutti. Il porto, che è l'anima di Genova, evidentemente, la sua vocazione naturale, ha stagnato per tanto tempo: se andiamo indietro negli anni, nei decenni, per vicende note a Genova sia per quanto riguarda la città, ma anche per quanto riguarda i cambiamenti delle regioni e del Paese e anche dell'Europa". Ma ora, secondo l'arcivescovo "ci sono dei segnali positivi di ripresa, anche con il terzo valico che ormai finalmente - finalmente! - è un'opera che si concluderà e che sarà lo sbocco del mare di Genova verso il Nord Europa. La Svizzera, il Gottardo e innanzitutto il Piemonte e la Lombardia". E proprio per l'attenzione al mondo del lavoro che la visita del Papa ieri a Genova è partita dall'Ilva. "La presenza all'Ilva è stata simbolica, voluta, proprio perché rappresenta un po' un nodo particolarmente grave - ha detto ancora Bagnasco - i lavoratori hanno risposto con molto entusiasmo, con molta gioia, con molto consenso e partecipazione hanno risposto al Papa. Tant'è vero che anche molte autorità presenti, non soltanto amministrative ma industriali, imprenditoriali sono rimaste colpite e certamente stimolate a fare dei passi decisivi in più". "Quindi, dei segnali ci sono - ha continuato - però io spero proprio che cessi questo spacchettamento delle nostre industrie: dico "nostre" non in senso chiuso, campanilistico, delle industrie genovesi, anche perché dietro alla chiusura o all'indebolimento di ogni industria, sia a livello di management, di direzione, oppure a livello manualistico&hellip c'è tutto lo scioglimento e la perdita di un 'know-how' tecnologico-professionale che non si ricostruisce facilmente. Assolutamente. Quindi è estremamente miope: non si tratta soltanto di, come si dice oggi, razionalizzare meglio le forze, le energie, le risorse; si tratterà di farlo, ma bisogna stare attenti a non impoverire per sempre le capacità professionali, tecnologiche, manualistiche che non si ricostruiscono"

IL RACCONTO DELLA GIORNATA

Un sentimento riassunto dal cardinale Bagnasco, che
nel saluto finale in piazzale Kennedy si commuove e tocca le corde più profonde: il porto, la città, i Bergoglio che di qui partirono, emigranti, alla volta dell'Argentina. Il Papa, insomma, sembra avere davvero messo 'le ali alla città', come sperava il porporato. "Certamente ci è riuscito - ha detto l'arcivescovo dopo il congedo in aeroporto - Si è visto in queste 80mila persone piene di gioia e di calore". Commosso? "Non si può non esserlo in certi momenti, soprattutto quando si parla della propria città, del proprio mare, della propria Chiesa, vengono fuori tanti sentimenti che immaginavo nel cuore del Santo Padre.

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"Pagine toccanti ce ne sono molte - osserva Bagnasco - Penso al Gaslini e a quei genitori eroici, il Papa è passato come un angelo, a tutti ha distribuito un sorriso, una mezza parola, una benedizione. E poi il vero abbraccio conclusivo di tutta Genova, la Messa finale. Nel suo cuore c'era decisamente più felicità che stanchezza. Era molto contento di sentirsi così abbracciato da tantissima gente".

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Bagnasco, insomma, è riuscito a portare Papa Francesco nella sua Genova: con questo abbraccio ha chiuso i suoi 10 anni alla guida della Cei. E qualcosa resterà anche nel cuore di Bergoglio, che ha ritrovato in Liguria un pezzo delle sue radici.