cronaca

Il pontefice incontra 1.600 lavoratori e risponde a quattro domande
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Parole forti, che danno fiducia e speranza, come dicono tutti i lavoratori, emozionatissimi, alla fine dell'incontro con Papa Francesco. Il pontefice, subito dopo l'arrivo in aeroporto a Genova alle 8.17 accolto dai rappresentanti delle istituzioni e del clero, si è diretto all'Ilva di Cornigliano per l'incontro con 1.600 lavoratori, rispondendo alle loro domando. "Gli imprenditori e gli speculatori sono diversi - ha detto il Papa - e l'obiettivo non deve essere creare reddito, ma dare un lavoro a tutti. Solo così tutti avranno dignità". Alla fine dell'incontro i lavoratori hanno donato il pastorale in acciaio.

Il Papa, arrivato a bordo della papamobile nel capannone più antico dell'Ilva, quello in cui è nata la siderurgia a Genova, è stato accolto da applausi e cori.
Dopo il saluto del cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova, ha preso la parola commosso: "È la prima volta che vengo a Genova, essere così vicino al porto mi ricorda dove è uscito mio papà. Questo mi fa una grande emozione, grazie all'accoglienza vostra".

"Imprenditore e speculatore sono due cose diverse - ha detto Papa Francesco in risposta a Garrè dei cantieri San Giorgio - Lo speculatore usa l'azienda per fare profitto. Licenziare, chiudere, spostare l'azienda non gli creano alcun problema. Lo speculatore usa, strumentalizza, mangia persone e mezzi. Con lo speculatore l'economia parde volto e perde i volti. Il sistema politico incoraggia spesso gli imprenditori disonesti".

"Non bisogna rassegnarsi a un mondo in cui solo metà dei lavoratori lavoreranno e gli altri saranno mantenuti con un assegno sociale. L'obiettivo da raggiungere non è il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti. Senza il lavoro non ci sarà dignità", ha detto il Papa rispondendo a Micaela, una disoccupata. "Si va in pensione all'età giusta, ma è contro la dignità delle persone mandarle in pensione a 25, 40 anni con un assegno dello Stato. Vado avanti con un assegno? Sì. Ho dignità? No".

Parla Sergio, consulente finanziario: "Nei nostri ambienti prevale la competizione. Chiediamo a Vostra Santità consigli per camminare verso gli ideali del Vangelo, collaborazione e fratellanza". Papa Francesco risponde: "Molti valori stanno cambiando. L'accento sulla competizione è anche un errore economico perché nega che l'impresa sia prima di tutto cooperazione. Quando un'impresa mette in competizione i lavoratori tra loro nel breve periodo magari dà qualche vantaggio, ma finisce presto per minare il tessuto di fiducia che è alla base di ogni organizzazione".

Vittoria, disoccupata chiede: "Noi sentiamo le istituzioni lontane e matrigne. Ci conforta il calore umano della Chiesa. Santità, dove possiamo trovare la forza per crederci e non mollare mai nonostante tutto questo?". Risponde il Papa: "Non tutti i lavori sono buoni: il traffico illegale di armi, la pornografia, il gioco d'azzarda e tutte le imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori e la natura. Un paradosso della nostra società è la compresenza nella nostra società di gente che vorrebbe lavorare e non ci riesce e gente che vorrebbe lavorare meno ma non ci riesce perché è stata comprata dalle imprese. Per poter fare festa dobbiamo lavorare. Una società edonista che vede solo il consumo non capisce il valore della fatica e del sudore, e quindi non capisce il lavoro".

"Parole molto chiare e schiette, quasi brutali - commenta il presidente Toti - il profitto non può essere macchiato dalla speculazione. Ha richiamato alla dignità del lavoro in sé".

"Siamo tutti grati e riconoscenti ancora una volta a Papa Francesco per il suo appello lanciato oggi all'Ilva di Genova, davanti a tante operaie ed operai, sul valore del lavoro e sul dovere delle imprese di non pensare solo al profitto ma di rispettare di più il contributo determinante dei lavoratori alla buona economia ed alla qualità di ciò che si produce". Lo afferma la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

"E' importante che Papa Francesco abbia ricordato qui a Genova che l'Italia e' una Repubblica fondata sul lavoro. Abbiamo bisogno di costruire un nuovo rapporto tra capitale e lavoro, avviando un sistema di relazioni industriali con pari responsabilità nelle scelte produttive ed una partecipazione organizzativa ed anche azionaria dei dipendenti, per una moderna democrazia economica".