politica

Verso il voto del 4 marzo
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Povera Liguria, l'hanno proprio maltrattata capi capetti romani di partiti ormai senza più identità. Si può fare qualche distinzione, si può dire che Genova e Imperia sono quelle con i casi più eclatanti per gli autogol di Pd e Forza Italia che hanno messo da parte o in disparte carte vincenti come Basso, Cavo e Scajola.


Si può dire che il Partito democratico - più degli altri - ha pure un problema grosso di tensioni interne in piena campagna elettorale, che lo potrebbe portare a risultati ancor più deludenti di quello che dicono i sondaggi.
Ma andiamo avanti e sfogliamo la margherita, quella del "voto non voto" rimarcando che noi a Primocanale abbiamo scelto questo filone capendo con anticipo a cosa stiamo andando incontro (astensione record, elezioni che potrebbero portare alla non governabilità, ulteriore sfiducia nella politica): non si tratta di un invito a non votare. Ma considerato come stanno le cose dobbiamo capire, vogliamo trovarlo un motivo per andare alle urne.


Insomma i partiti ci hanno deluso, hanno tradito la Liguria. Ma ora ci sono i nomi. I candidati possono raccontarci la verità, lo facciano per decoro e per indurci ad andare al seggio. Non ci presentino le promesse impossibili dei leader nazionali condite in salsa ligure, vengano a raccontarci come stanno le cose, cosa succederà, chi governerà e come saranno gli accordi. Quali sono i veri provvedimenti che si possono fare senza maggioranze reali.


Insomma i candidati ci mettano nelle condizioni di andare a votare non soltanto per disegnare una croce in memoria di chi ci ha dato la possibilità di avere il diritto di farlo.