salute e medicina

Fondamentale il ruolo della gestione preparatoria
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 Tutti vizi refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) vengono oggi trattati con i moderni laser ad eccimeri e a femtosecondi, strumentazioni all’avanguardia. I laser di ultima generazione hanno la caratteristica peculiare di essere capaci di modulare e ottimizzare l’energia emessa in modo automatico, a seconda della refrazione da correggere: questo processo intelligente permette di abbreviare notevolmente il trattamento e allo stesso tempo di ottenere superfici estremamente levigate, a tutto vantaggio della qualità visiva.


Grazie a un nuovo sistema di inseguimento oculare (eye tracker), simile al sistema di puntamento delle così dette bombe intelligenti, dotato di un tempo di risposta inferiore ai 3 millesecondi, il laser raggiunge una precisione senza confronti nel posizionamento di ogni singolo impulso, indipendentemente dai movimenti oculari involontari.
In particolare, il laser a femtosecondi utilizza una radiazione con una lunghezza d’onda nel vicino infrarosso, concentrata in impulsi estremamente brevi, dell’ordine di milionesimi di miliardesimi di secondo. La riproducibilità e la prevedibilità sono molto elevate. Oggi si possono creare tagli sottilissimi e personalizzare la posizione, le dimensioni, l’architettura e il profilo dell’intervento. La percentuale di complicazioni continua a ridursi, mentre il tempo chirurgico si è ridotto dagli iniziali 90 secondi agli attuali 8-12 secondi.


Queste caratteristiche rendono la tecnica particolarmente adatta a interventi personalizzati, ritagliati sulle specifiche caratteristiche oculari del paziente.
La cornea possiede circa il 60% del potere refrattivo dell’occhio (40 diottrie): questa capacità di variare la direzione dei raggi luminosi facendoli convergere sulla retina è data dalla sua curvatura. La chirurgia refrattiva effettuata col laser, variando la forma della cornea, mira a fare in modo che le immagini giungano a fuoco sulla retina. Schematicamente possiamo dire che, per correggere la miopia, dobbiamo appiattire la cornea, mentre per la correzione dell’ipermetropia bisogna aumentare la curvatura della cornea stessa.


- Le tecniche attualmente in uso sono:

PRK (PhotoRefractive Keratectomy = cheratectomia fotorefrattiva): con questa tecnica si agisce col laser dopo aver asportato l’epitelio corneale (strato più esterno della cornea) modificando la curvatura della superficie corneale. Al termine dell’intervento si utilizza una lente a contatto che ha unicamente lo scopo di proteggere l’occhio durante la ricostituzione dello strato corneale esterno. Durante le prime giornate il paziente può lamentare disturbi che possono andare da senso di corpo estraneo a vero dolore e che tendenzialmente ten scompaiono in un paio di giorni. (la riepitelizzazione completa avviene in 4-5 giorni).

LASIK: L’introduzione dei laser al femtosecondo hanno apportato un’evoluzione rivoluzionaria in questa tecnica che prevede la creazione di uno sportello di pochi micron a livello della cornea detto anche lembo o flap. Questa azione una volta era compiuta con una sorta di bisturi di precisione chiamato microcheratomo; oggi si utilizza un laser ultrarapido ad alta precisione (il femtolaser ). Il sottile lembo viene sollevato e, successivamente grazie al laser ad eccimeri, la cornea viene modellata ed il lembo viene riposizionato. Con la lasik solitamente i disturbi del post operatorio sono minimi e dopo l’intervento il recupero visivo è immediato Rispetto alla tecnica PRK, la creazione dello sportello (flap) è una procedura più complessa oggi facilitata dall’uso del laser a Femtosecondi. Lo sportello impiega qualche tempo ad acquisire la stabilità definitiva e quindi richiede una certa attenzione durante il post operatorio.

Recentemente è stata introdotta la tecnica SMILE che prevede di asportare una piccola porzione lenticolare scolpita dal laser all’interno della cornea, riducendo l’invasività del trattamento. Data la recente apparizione della tecnica, peraltro molto interessante, i risultati a lungo termine non sono però ancora definiti e molti chirurghi preferiscono attendere di conoscerne i dettagli nel tempo.


La disponibilità di molte tecniche consente, alle strutture che posseggono i diversi tipi di laser, di “adattare” l’intervento sulle caratteristiche del paziente.
La selezione e la preparazione del paziente al trattamento è infatti un punto fondamentale per il successo dell’intervento e la riduzione dei rischi intra e post operatori.

Ogni paziente è diverso e può rispondere al trattamento in modo diverso e necessita di una appropriata quanto specifica preparazione che dovrà riflettere le condizioni oculari ( valutazione della superficie oculare, del profilo e dello spessore corneale, refrazione, etc), ma anche di tutto l’organismo. (ad esempio se il paziente ha facilità alla risposta infiammatoria questa dovrà essere controllata prima dell’intervento e così via per le altre condizioni sistemiche: glicemia, capacità di formare cheloidi, etc..). In questo modo sarà possibile identificare il tipo di intervento più idoneo e eventuali anche minime disfunzioni potranno essere individuate e corrette prima della chirurgia, aumentandone la precisione e l’efficacia e riducendone i rischi.


Così come la preparazione del paziente, la terapia post operatoria ha un ruolo estremamente importante e deve essere eseguita in modo rigoroso.
La recente rivoluzione tecnologica ha cambiato le percentuali di successo e la sicurezza della chirurgia cherato-refrattiva, ciò nonostante la valutazione, la preparazione e la cura pre e post operatoria del paziente hanno ancora un ruolo preponderante sul risultato finale.


Prof. Maurizio Rolando, Centro per la Superficie Oculare e l’Occhio Secco - ISPRE Oftalmica, Genova