cronaca

L'ex moglie di Olivieri mandante del delitto commesso dal compagno
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Lei mandante, lui autore materiale del delitto. In ballo soldi che servivano maledettamente alla donna per saldare tra l’altro alcuni debiti. Ecco i ruoli di Gesonita Barbosa, 35 anni ex moglie della vittima, e dell'attuale compagno Paolo Ginocchio , 45 anni, nell'omicidio di Antonio Olivieri avvenuto a Sestri Levante all’alba del 23 novembre scorso.

Nella notte i due sono stati prelevati dalla loro abitazione di Cavi di Lavagna e portati in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. La morte del marito dal quale la Barbosa si era separata gli avrebbe portato soldi utili per sistemare alcune questioni ancora da approfondire.

Determinanti nella svolta alle indagini della squadra mobile genovese diretta da Marco Calì le numerose telecamere che hanno ripreso i movimenti dei due nelle ore precedenti e successive al delitto.

In particolare è stato rilevato che l'auto del Ginocchio nella notte tra il 22 e il 23 novembre per ben due volte si porta a a Sestri proprio nella zona di Viale Italia luogo del delitto. Sono i due tentativi per uccidere Olivieri il primo non va a segno, il secondo sì. Le telecamere vicino allo stabile rilevano poi una sagoma che scavalca il cancello posteriore del palazzo. Sono le 5 del 23 novembre.

Quella figura è con tutta probabilità il Ginocchio che si introduce nel palazzo e appostandosi nello scantinato dove sono sistemati i contatori provoca un blackout nella casa dell'Olivieri.

La vittima designata e appena svegliatasi per andare a lavorare scende dunque per controllare il disservizio e a quel punto scatta l'aggressione con un corpo contundente ancora non ritrovato e il successivo strangolamento con alcune fascette da elettricista.

E questo è un altro elemento fatale per l’assassino. Nell’auto di Ginocchio, viene infatti rinvenuto nascosto nel vano della ruota di scorta un sacchetto di fascette elastiche numerate, sacchetto dal quale mancano proprio quelle utilizzate per strangolare Olivieri.

I due per ora non parlano. A parlare ulteriormente potrebbero essere i telefoni dei due, sequestrati, e ora sotto analisi come i risultati degli ultimi rilievi della scientifica attesi nelle prossime ore. Domani l’interrogatorio davanti al Gip.

Nel pomeriggio l'avvocato Nicoletta Peri, legale di Gesonita Barbosa, alias Anita, ha visitato la sua assistita nel carcere femminile di Pontedecimo: "Piange e si dispera per l'arresto e pensa ai figli rimasti soli" - continua l'avvocato - "E' frastornata dopo una notte in questura ma soprattutto nega ogni addebito e mi ha detto che non crede che il suo attuale compagno, Paolo Ginocchio, sia coinvolto nel delitto".

Ma il gip Franca Borzone non si lascia intenerire. “È una donna avida di denaro - scrive - che nutriva un profondo rancore verso il marito. E' una persona priva di scrupolo, pronta a tutto per le proprie mire e vendicativa". Tanto da coinvolgere il proprio compagno in questo delitto premeditato. Non sono state soltanto le telecamere di sorveglianza cittadina ad incastrare la coppia, ma anche un messaggio che la Barbosa avrebbe inviato ad un amico: “se muore, divento ricca”.

"Il gip ha accolto la tesi accusatoria della procura e la squadra mobile ha fatto una grande lavoro. Per il resto aspettiamo gli interrogatori di garanzia. Sicuramente l'utilizzo delle telecamere si è rivelato virtuoso". Lo ha detto il procuratore capo Franco Cozzi commentando gli arresti.

"Oggi le indagini si fanno soprattutto grazie a tecniche investigative di tipo scientifico e le telecamere sono una parte importante di queste indagini per questo speriamo siano implementate anche a Genova" ha detto il procuratore che fino al 2013 ha guidato la procura di Chiavari chiedendo a ottenendo dai Comuni del Tigullio un'implementazione dei sistemi di videosorveglianza".

"Come ha spiegato il dirigente della squadra mobile Marco Calì nella conferenza stampa di questa mattina per analizzare gli spostamenti di Paolo Ginocchio, presunto autore materiale dell'omicidio, sono state visionate almeno 8 telecamere per circa 24 ore. In questo modo gli investigatori hanno scoperto che l'auto di Ginocchio per ben due volte si è mossa dall'abitazione di quest'ultimo a Cavi di Lavagna a viale Roma a Sestri Levante. Sempre grazie al sistema di video sorveglianza gli investigatori hanno cristallizzato l'immagine di un uomo che scavalca il cancello su destro dell'abitazione di Olivieri.