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Le opposizioni: "Franceschi non può fare il sindaco a Vobbia"
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Nel momento in cui il Partito Democratico ligure fa i conti con il nome del commissario scelto da Matteo Renzi, un nuovo schiaffo arriva dall'entroterra genovese.

Simone Franceschi, neo sindaco di Vobbia e presidente dell'Unione, nonché esponente della rinnovata segreteria genovese di Alessandro Terrile, si è presentato dimissionario alla riunione che unisce i nove comuni di Vallescrivia nel soggetto amministrativo nato dopo la chiusura delle Comunità Montane.

Pareva un gesto pro forma, considerato il fatto che dopo aver guidato per 10 anni Ronco Scrivia, lo stesso Franceschi, a fine maggio aveva vinto le elezioni a Vobbia, diventando lì primo cittadino con porte spalancate per la prosecuzione del mandato. Ma non è stata una passeggiata.

L'attuale numero uno vobbiese, all'interno di un voto segreto, è stato tradito dai numeri e la conclusione è stata quella di un'Unione dei Comuni di Vallescrivia senza presidente: "Non ho difficoltà nel dire che i voti mancanti alla mia rielezione sono stati i due di Savignone, comune di centro sinistra con un sindaco vicino al Pd e sostenitore di Pippo Rossetti. In quel comune operano due assessori, presenti in Unione, evidentemente di centro destra e da questi non ho preso i voti". Motivi personali dei due elettori nei confronti miei? Probabilmente sì e pertanto io non sono così sicuro di mettere a disposizione nuovamente la mia candidatura. Questo per il bene dell'Unione"  dichiara Simone Franceschi. 

Ad aggravare la questione democratica c'è il fatto che il vice sindaco di Savignone, Francesco Medica,  è addirittura segretario del circolo che ingloba pure Montoggio e Casella. Risultato? Incapacità generale a gestire gli equilibri del voto e tutto da rifare. 

Nuova delusione, insomma, per il Pd incapace di tenere sotto controllo anche piccole realtà dove la poltrona non è neppure retribuita. Attraverso la Vallescrivia, qualcuno chiede già le dimissioni di Medica dal ruolo di guida democratica, tuttavia l'autogol pare generale. E lo stesso vice sindaco di Savignone non ci sta. Dai microfoni di Primocanale dice: "Non mi risulta che qualcuno voglia che lascia e poi non ravvedo responsabilità del Pd".

All'inizio della prossima settimana, una nuova votazione potrebbe recuperare il disastro non senza un chiarimento che si preannuncia rovente. Questo, anche perché non sono pochi gli esponenti del Consiglio valligiano che dichiarano apertamente: "L'Unione non serve a nulla. Dovrebbe mettere a sistema molti servizi, ma risulta una scatola vuota".

Intanto, Simone Franceschi, deve fare i conti con ulteriori pensieri: un ricorso che alcune opposizioni hanno formalizzato. La contestazione riguarda la sua ineleggibilità a Vobbia. "La legge dice che avrebbe dovuto dimettersi dalla carica di sindaco a Ronco un mese prima della fine del mandato e non l'ha fatto" dichiara Michelina Gatto dall'opposizione. Replica il neo amministratore di Vobbia: "Non è così e non sono preoccupato. Qui stiamo parlando di due comuni che andavano al voto contestualmente. Non c'è alcuna violazione". 

Elezioni all'orizzonte? "Aspettiamo pareri autorevoli, quelli della Prefettura. Vogliamo un sindaco legittimato" dice Pier Enrico Mendace, sfidante dell'ultima tornata e sconfitto da Franceschi.

A rincarare la dose ci pensa poi Anna Maria Cecchini, altro esponente di minoranza: "Tutta questa vicenda denota l'arroganza del Pd e di Simone Franceschi".

Poi, dopo il silenzio dell'intera giornata, verso sera la presa di posizione del sindaco di Savignone, Antonio Bigotti: "Non è una sconfitta del Pd". Leggi il suo intervento:

http://www.primocanale.it/notizie/l-autogol-dell-unione-di-vallescrivia-bigotti-non-una-sconfitta-del-pd--158709.html


(g.v)