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Dopo 4 anni torna la Nazionale di calcio a Genova, Allora si gioco’ contro l’Albania e l’incasso ando’ alle famiglie delle vittime dell’alluvione, stavolta i fondi della Federcalcio nel match amichevole con l’Ucraina, andranno agli orfani del crollo di Ponte Morandi.

L’azzurro al Ferraris purtroppo si lega a filo doppio a sciagure che hanno colpito la città. Il calcio prova a fare qualcosa, almeno il gesto è da accettare perché con l’Albania furono gli spettatori col biglietto a fare la somma da dare in solidarietà. Infatti pochi genovesi andarono allo stadio, ma ci pensarono gli albanesi che arrivarono in 25.000 da tutta Italia e non solo.

Mercoledì sera è lodevole esserci e magari dopo aver cantato l’inno di Mameli e salutato Criscito, Caprari, Donnarumma o chi giocherà, ci sarà l’occasione per ricordare con palcoscenico televisivo internazionale che la città è in piena emergenza e che serve fare presto con interventi decisi su tutto, dalla viabilità all’economia portuale o commerciale. Da qualche settimana i riflettori su Genova si sono non spenti, ma sono meno potenti. Chi è sul territorio quotidianamente come noi e soprattutto di chi lì, in quel ponente martoriato, ci vive possono testimoniare che servono attenzioni da Roma.

I tifosi di Genoa e Samp sanno mandare messaggi, forse varrebbe la pena che questa tragedia non sia dimenticata perché ha lasciato sul campo, non quello di calcio, problemi enormi. Dateci un nuovo Ponte, invochiamolo, ma ancora prima le doverose considerazioni su quanto sta accadendo. Se la comunicazione giusta non è passata, la puo’ far comprendere lo stadio unito, nel nome del ricordo di quanto accaduto il 14 agosto.