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L'annuncio che la Regione entrerà in Saloni Nautici
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Non so dire se davvero Giovanni Toti potrebbe riconciliare le due anime dell'imprenditoria nautica italiana, arrivate a consumare una traumatica scissione. Ma la sua idea di portare la Regione Liguria nell'azionariato di Saloni Nautici, la società che gestisce l'organizzazione del Salone di Genova, è da ritenersi tutt'altro che bislacca.

Il governatore dice che si tratterebbe di una presenza a tempo, ma nondimeno l'iniziativa ha in nuce un elemento fondamentale: mentre si continua a dibattere, fin troppo, della sciagurata eventualità di uno scippo del Nautico - da parte di Milano, Roma, Venezia o chissà quale altra città italiana - fissare il paletto di una presenza istituzionale, la più forte possibile, in seno a Saloni Nautici significa in qualche modo blindare la genovesita' dell'evento.

Sia Ucina, l'associazione confindustriale originaria, sia Nautica Italiana, nata per separazione dalla prima, continuano a ripetere che, alla fine, il Salone di Genova non si tocca. Si ragiona sui costi, sulla sua strutturazione, ma la sede per tutti deve rimanere la Fiera. Già, la Fiera. Anche di essa si diceva che, nonostante tutto, avrebbe continuato il suo storico percorso. Invece, ad onta di tante parole e rassicurazioni, sappiamo tutti com'è finita: società messa in liquidazione e futuro incerto, legato a una ancora non meglio definita resurrezione attraverso la Porto Antico Spa.

Se Toti entrasse in Saloni Nautici, dunque, sarebbe mossa destinata a rivelarsi utile sia riguardo al Salone da tenere ancorato a Genova - e tanto più considerando che il governatore è uno strenuo sostenitore della collaborazione con Milano (Fiera compresa) e la Lombardia - sia guardando alla sorte delle attività fieristiche genovesi più in generale. Tanto più alla luce del fatto che non sono così chiari i rapporti che il Comune intende avere - se vuole averne - con la Regione proprio sulle prospettive della Nuova Fiera targata Porto Antico.

Inoltre, e non secondariamente, la Regione Liguria farebbe una cosa che a suo tempo avrebbe dovuto fare Tursi (attraverso l'ormai defunta Fiera e secondo impegni assunti con gli allora vertici di Ucina). Ma dietro i problemi di cassa - all'epoca vennero ritenuti troppi anche gli appena 60.000 euro necessari - il Comune di Genova ha nascosto di essere in tutt'altro affaccendato. Per cominciare, a far morire la Fiera così come l'abbiamo conosciuta.