cronaca

Idea wc accessibili dalla strada, ma non c'è alcun progetto
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Nei vicoli della movida genovese arrivano i 'cartelli stradali'. Per ricordare a tutti ciò che è vietato e cosa rischiano i trasgressori. I nuovi pannelli saranno installati a partire dalla prossima settimana nei 20 punti più frequentati tra piazza delle Erbe, San Donato, San Bernardo, Sarzano e dintorni. In compenso i bagni pubblici promessi ancora non ci sono, e la pipì si continua a fare in mezzo alla strada. 

"Dalle ore 22 alle ore 6 sono vietati la detenzione e il consumo di bevande in contenitori di vetro e/o metallo. I trasgressori saranno puniti con una sanzione di 200 euro", recitano i cartelli che verranno affissi dal Municipio Centro Est. La stessa scritta appare tradotta in inglese e in arabo.

Attenzione: non è un divieto a consumare alcolici. Di fatto l'ordinanza 328 del 2017 proibisce di girare in centro storico con lattine o bottiglie. Ad esempio, una classica aranciata in alluminio potrebbe costare 200 euro di multa, mentre un superalcolico nel bicchiere di plastica è perfettamente regolare. 

Nel frattempo continuano le lamentele dei residenti nelle notti della movida. "Se vi serve un cesso venite in Sarzano sotto le finestre", ci scriveva qualche giorno fa un abitante della zona. Per risolvere il problema la giunta comunale aveva promesso l'apertura di bagni pubblici nei vicoli. Ma al momento è tutto fermo in alto mare. 

L'idea sarebbe quella di trovare locali di proprietà comunale, situati al piano terra, dove creare mini wc (possibilmente gratuiti, ma non è detto) per i ragazzi che frequentano i vicoli alla sera, ma anche per i turisti durante il giorno. Il Comune sta contattando le associazioni del centro storico per trovare volontari disponibili a curare la gestione di questi spazi, che dovrebbero essere chiusi e controllati per evitare che diventino sporchi e insicuri (come gli ecopoint di Amiu, spesso usati come 'stanze del buco' o proprio come toilette). In alternativa erano stati proposti bagni chimici (tipo cantiere), una soluzione scartata principalmente per esigenze di estetica e decoro. 

Insomma, per mesi la situazione rimarrà invariata. Se a qualcuno scappa, gli toccherà pagare una consumazione e usare i bagni di un locale. Altrimenti, libero sfogo ai bisogni fisiologici su muri e portoni. Col rischio di ottenere, oltre alla rabbia degli abitanti, una multa da capogiro che può arrivare a 10 mila euro.