cronaca

Per la difesa fu suicidio, per l'accusa la fuga da uno stupro
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 E' stata sospesa alle 17, dopo otto ore in aula, l'udienza davanti al Gup del Tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli chiamato ad esprimersi circa la richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due 26enni di Castiglion Fibocchi (Arezzo) accusati di aver procurato la morte della studentessa genovese Martina Rossi, precipitata dal balcone dell'hotel Sant'Ana di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011 per sfuggire, come sostiene il pm, da un tentativo di violenza.

Il procuratore capo Roberto Rossi dopo una lunga requisitoria ha chiesto il rinvio a giudizio. Poi è arrivato il momento delle parti civili e della difesa. Le parti civili, sulla scia della Procura, per voce dell'avvocato Luca Fanfani si sono unite nella richiesta di rinvio a giudizio. Sul fronte della difesa il primo a parlare è stato l'avvocato Buricchi che ha chiesto il proscioglimento per gli indagati. E sempre a nome della difesa nel pomeriggio l'intervento dell'avvocato Tiberio Baroni.

Al centro della vicenda cosa accadde la notte del 3 agosto 2011 quando, secondo il procuratore Martina tentò di scavalcare il balcone per sfuggire ad un tentativo di stupro mentre, a parere degli avvocati, si trattò di suicidio come aveva già concluso la polizia spagnola che nell'immediato archiviò il caso, riaperto poi, grazie alla caparbietà dei genitori, in Italia.

"Siamo assolutamente sconcertati dal quadro dipinto in aula dagli avvocati della difesa": è quanto dichiarato dal padre di Martina Rossi. I genitori della ragazza, presenti in aula, sono usciti visibilmente provati dall'udienza in cui gli avvocati della difesa hanno tracciato un quadro a tinte forti e carico di particolari su quanto accaduto quella notte, sottolineando che i due ragazzi aretini "non possono essere processati di nuovo perchè il caso era già stato archiviato in Spagna.