Ma chi l’ha detto che l’ex ministro Claudio Scajola è fuori dai giochi delle prossime regionali? Non è tanto la candidatura, che appare scontata, del nipote Marco, consigliere uscente di Forza Italia, a rendere ovvio l’impegno dell’ex titolare degli Interni e poi dello Sviluppo Economico, bensì la candidatura dell’ex parlamentare e consigliere comunale a Genova Enrico Musso, lanciata nei giorni scorsi dallo spezzino Luigi Morgillo.
Dietro l’operazione portata avanti da Morgillo, in risposta alla finora mancata unità del centrodestra “per mandare a casa Burlando, Paita e tutta la sinistra”, secondo alcune indiscrezioni ci sarebbe proprio l’ex ministro. Il quale, pur ancora con la grana giudiziaria del caso Matacena ancora da chiarire, più quella improvvisamente riesumata della mancata concessione della scorta al compianto Marco Biagi, ucciso in un agguato terroristico, nell’ultimo periodo ha ripreso visibilità grazie alle interviste rilasciate ad alcuni quotidiani nazionali sui passaggi più delicati della vita interna di Forza Italia.
In questo contesto, insomma, ci sono rumor in base ai quali starebbe guidando le mosse di Liguria Libera, il gruppo alla cui guida sta appunto Luigi Morgillo, che recentemente aveva bacchettato duramente le divisioni del centrodestra, invocando a più riprese l’unità. “Finora – la tesi di Liguria Libera – i nostri appelli sono caduti nel vuoto, come la proposta da noi avanzata e relativa al metodo da adottare per la scelta del candidato unico, che consisteva nel sottoporre una rosa di nomi ad un sondaggio, effettuato in maniera scientifica”. Accusano le alchimie di partito, i “liguri liberi”, e per questo motivo hanno lanciato, appunto, la candidatura di Enrico Musso, definito “uomo capace di ottenere consensi trasversali, fuori e dentro il centrodestra, da parte di chi vuole interrompere l’egemonia burlandiana sulla Liguria”.
Ma perché Scajola dovrebbe impegnarsi in questa operazione? Sempre sulla scorta dei rumor che circolano nel palazzo della Regione Liguria, l’obiettivo principale sarebbe quello di indebolire la posizione di Sandro Biasotti, con il quale da tempo i rapporti dell’ex ministro sono gelidi, senza tralasciare il fatto che nel complesso gioco della distribuzione regionale dei voti tutto potrebbe tradursi anche in un sostegno all’elezione di Marco Scajola.
Intanto Forza Italia rimane comunque in mezzo al guado sulle candidature non solo in Liguria, ma anche in Campania e Toscana e sulla posizione da assumere in Veneto. Tutto ruota intorno al possibile accordo con la Lega di Matteo Salvini. Un incontro del leader del Carroccio con Silvio Berlusconi sarebbe in programma domani, anche se l’ex Cavaliere si starebbe sempre più convincendo di presentare Forza Italia da sola e per questa ragione, secondo quanto riferisce Il Secolo XIX, sarebbe tornato alla carica con lo stesso Biasotti, chiedendogli di candidarsi.
Il coordinatore regionale del partito, però, avrebbe opposto l’ennesimo rifiuto, e allora si sarebbero riaffacciati i nomi della giornalista Ilaria Cavo o di Giovanni Toti, uno dei collaboratori più stretti di Berlusconi, più quello di Angelo Vaccarezza, ex presidente della Provincia di Savona. Sembra definitivamente bruciato, invece, il costruttore Federico Garaventa, che Biasotti aveva a suo tempo lanciato affermando che il suo nome era stato “benedetto” da Arcore. Il passaggio chiave sarà comunque l’incontro fra Berlusconi e Salvini, sempre che vada in scena.
politica
Morgillo e Musso, dietro c’è l’ex ministro Scajola
Rumor su liste e candidati, stand by Forza Italia
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