salute e medicina

In Italia quasi 5mila casi in un anno
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"Il morbillo non è una malattia del tutto innocua, sicuramente è meglio prevenirla e l'aumento di casi in questi mesi è dovuto certamente a una riduzione del numero delle vaccinazioni" così Claudio Viscoli, direttore clinica Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova.  


"In Liguria a gennaio - prosegue Viscoli - si è registrato un aumento di casi soprattutto nella zona di Imperia e Sanremo. Addirittura 30 eventi più un decesso. Sarebbe potuto succedere in qualsiasi altra zona. Il perchè di questa concentrazione? Si è veificato un insieme di circostanza e si è arrivati a un contagio di tipo intraospedaliero" conclude Viscoli.


Nel 2017 ci sono stati in Italia 4.991 casi di morbillo, quasi sei volte quelli del 2016, con quattro decessi. Questo il dato comunicato attraverso un bollettino del ministero della Salute, secondo cui nell'anno appena trascorso il nostro paese è stato il secondo per numero di casi dopo la Romania. "Il 44,8% dei casi - si legge nel bollettino - è stato ricoverato e un ulteriore 22% si è rivolto ad un Pronto Soccorso. Sono stati segnalati quattro decessi, di cui tre bambini sotto i 10 anni di età (rispettivamente 1, 6 e 9 anni) e una persona di 41 anni, tutti non vaccinati. In tutti i casi erano presenti altre patologie di base e la causa del decesso è stata l'insufficienza respiratoria".


Nel 35,8% dei casi si sono avute una o più complicanze, e il range d'età dei pazienti varia da un giorno a 84 anni, con l'età mediana che è risultata di 27 anni. L'87,5% dei casi per cui è noto lo stato vaccinale, prosegue il documento, era non-vaccinato e il 7,2% aveva effettuato una sola dose di vaccino. L'1,6% aveva ricevuto due dosi e il 3,7% non ricorda il numero di dosi. Il 90% dei casi è stato segnalato da otto Regioni: Lazio (1.699), Lombardia (787), Piemonte (629), Sicilia (425), Toscana (370), Veneto (288), Abruzzo (173) e Campania (108). La regione Lazio ha riportato il tasso d'incidenza più elevato (28,8 casi/100.000 abitanti), seguita dal Piemonte (14,3/100.000) e dall'Abruzzo (13,1/100.000). Per quanto riguarda le fasce d'età l'incidenza più alta si è avuta per quella tra 0 e 4 anni, 34,8 casi per 100mila abitanti, seguita da quella tra 15 e 39 (17,3).