salute e medicina

Casi collegati nel chiavarese, Liguria agli ultimi posti per prevenzione
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Scatta l’allarme morbillo anche in Liguria. La clinica di igiene dell’ospedale San Martino, diretta dal professor Giancarlo Icardi, ha individuato un piccolo focolaio nel chiavarese. Circa quattro casi emersi attraverso la sorveglianza epidemiologica che secondo Icardi sono “un’avvisaglia di quello che accadrà in questa stagione primaverile, il periodo classico per l’esplosione della malattia”.

Nelle ultime settimane un aumento sensibile dei casi si è registrato in Piemonte, Lombardia e Toscana. Regioni vicine alla Liguria, che potrebbero fare da ponte per ulteriori contagi. I dati diffusi dal Miur sono preoccupanti: nei primi mesi del 2017 sono finiti in ospedale oltre 700 pazienti contro gli 844 di tutto il 2016. Un aumento stimato del 230% correlato, secondo gli esperti, all’andamento delle vaccinazioni.

Il ritorno del morbillo non va sottovalutato. “La fascia d’età più colpita è quella tra i 15 e i 29 anni – ricorda Icardi – quindi non è una malattia dei bambini. Nella maggior parte dei casi è necessario un ricovero. Per questo ricordiamo l’importanza di vaccinarsi a 2 anni, con un richiamo intorno ai 5-6 anni”.

“In Liguria – spiega Icardi – abbiamo assistito a un drastico calo della copertura. Nella classifica nazionale siamo al 16esimo posto su 21, con una copertura dell’81% contro una media nazionale dell’85%”. Per stare tranquilli, osservano gli epidemiologi, bisognerebbe arrivare al 95%. A ostacolare la cultura dei vaccini sono anche le voci mai verificate di una presunta correlazione con l’autismo: “È una bufala dura da sfatare – dice Icardi – e nel frattempo le malattie infettive continuano a circolare”.