cronaca

Il sindaco Fantoni: "Progetti bloccati dal codice degli appalti"
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Dici alluvione e pensi a Genova, al fiume melmoso che travolge Marassi, Brignole e la Foce. Oppure alle Cinque Terre, alla colata che spazza via Monterosso e Vernazza dopo aver martoriato la Val di Vara. Ma il fango assassino lo conoscono bene anche qui, dove il mare si vede solo dalle vette più alte, dove l'acqua che scende dai ripidi versanti non ha altro sbocco che il Po e quindi l'Adriatico, stranezze che solo la geografia ligure sa offrire. Così come solo l'Italia sa offrire paradossi che capovolgono i più elementari criteri di giustizia.

Due anni fa il simbolo dell'entroterra in ginocchio era Montoggio, un paese devastato dalle esondazioni del fiume Scrivia e del rio Carpi, suo affluente. Case e negozi distrutti, fango per le strade, ponti crollati. La tregua dura solo unidici mesi, poi è ancora alluvione, nel 2015. Attività che avevano riaperto da poco finiscono di nuovo a bagno. È un incubo senza fine. Tutto intorno è la rovina: i monti crollano, intere frazioni rimangono isolate. Oltre a Montoggio, a pagare un prezzo carissimo sono Valbrevenna e Propata

Di sicuro in paese ci si è rimboccati le maniche per rialzarsi in fretta. Il sindaco Fantoni fa il punto: "In questi due anni abbiamo approvato i progetti del nuovo ponte sullo Scrivia e per la messa in sicurezza del rio Carpi, in più abbiamo pronto il progetto per il ripristino dell'area sportiva. Tutto sommato ci siamo mossi in tempi condivisibili". 

Ma la lotta più difficile è quella contro la burocrazia. Oltre all'insuperabile scoglio del patto di stabilità, che bloccava una parte importante delle finanze comunali, di mezzo ci si è messo il nuovo codice sugli appalti. Continua Fantoni: "Abbiamo approvato il progetto esecutivo per eseguire i lavori di mitigazione del rio Carpi. Il bando di appalto è pronto per essere pubblicato: stiamo aspettando la designazione del responsabile unico del procedimento che, in base al nuovo codice degli appalti, deve avere caratteristiche di cui il Comune attualmente non dispone". 

Il vero paradosso, però, si chiama fondo di solidarietà nazionale. Detta così sarebbe pure una bella cosa se uno leggesse senza sapere. Invece è la storia di Robin Hood che cambia ‘partito’ e decide che i poveri devono restare poveri mentre i ricchi dovrebbero essere più ricchi. È lo strumento per cui il Comune di Montoggio, duemila abitanti, l’anno scorso ha versato al Governo, che gestisce questo fondo, qualcosa come 550mila euro e ha ricevuto in cambio poche migliaia di euro.

Come si calcolano queste cifre? “E’ un mistero, è una cosa complicatissima – spiega il sindaco Mauro Fantoni – abbiamo problemi anche per noi per capire i criteri. E si tratta di tasse pagate dai cittadini di Montoggio”. Fondo di solidarietà nazionale, si chiama così. Si legge anche in un altro modo, beati i piccoli comuni che saranno sempre gli ultimi della lista.

Alla faccia delle metropoli che spendono e spandono e poi quando ci sono voragini da riempire mettono le mani in tasca anche a quei comuni come Montoggio dove 550mila euro possono rappresentare la differenza tra mettere in sicurezza il territorio e vivere nel terrore che possa piovere e ritrovarsi per l’ennesima volta sommersi dal fango e dalla paura. “Non è giusto – continua Fantoni – così non si aiutano i piccoli comuni come il nostro, anzi: ci troviamo sempre in difficoltà mentre quelle risorse sarebbero fondamentali per fare tantissime opere di messa in sicurezza del territorio”.