cronaca

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Hanno minacciato e terrorizzato tutti i profughi a bordo del peschereccio, compresi i bambini i tre scafisti egiziani, di cui uno minorenne, arrestati  dalla squadra mobile di Genova perchè ritenuti responsabili del trasporto illegale di 106 migranti da Alessandria D'Egitto.

Secondo le accuse della polizia di Genova i profughi sono stati minacciati una prima volta per avere più denaro oltre ai 2000-2500 euro che ciascun migrante aveva dovuto pagare per il viaggio della speranza. Poi, una volta a bordo della petroliera, sono stati terrorizzati affinchè non rivelassero il ruolo degli scafisti.

Ora i tre sono nel carcere di Marassi su disposizione del pm Emilio Gatti. L'accusa è di favoreggiamento aggravato dell' immigrazione clandestina con tutta una serie di aggravanti. Rischiano fino a dieci anni di carcere. Il questore di Genova Vincenzo Montemagno ha condannato il comportamento dei tre egiziani definendoli più schiavisti che scafisti. Ha ribadito che meritano pene molto severe anche per aver terrorizzato i bambini che si trovavano a bordo della nave. "Se la polizia italiana fa domande dite che gli scafisti se ne sono tornati indietro a metà della attraversata e vi hanno messo su un altro barcone" era la versione suggerita dai tre ai profughi: "se non lo fate l'organizzazione farà fuori le vostre famiglie in Egitto" la minaccia. I migranti erano terrorizzati. Tanto che per interrogarli nei locali allestiti presso la Fiera di Genova, la polizia ha nascosto i "teste" più collaborativi addirittura all'interno di un ascensore.

"Perchè - ha spiegato il capo della Mobile Annino Gargano - i tre li controllavano a distanza e uno faceva spola tra il luogo degli interrogatori fingendo di dover andare in bagno". Determinante alla fine è stata la collaborazione di un ingegnere egiziano che per primo ha rotto il cordone di omertà e li ha indicati agli agenti: "sono loro".