cronaca

Tensione all'assemblea per votare il metodo di accoglienza
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Alla fine c’è stata la spaccatura: nell’assemblea di oggi pomeriggio organizzata dall’Anci per discutere della proposta che avrebbe portato i sindaci a gestire e decidere le quote di migranti per ogni comune, l’accordo non si è trovato.

Da una parte i sindaci, prevalentemente quelli di centro sinistra, che chiedevano di accettare il metodo proposto da Anci: si sarebbe trattato dello SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) che avrebbe superato le indicazioni dei prefetti attraverso i Cas (Centri Assistenza Straordinaria).

Tra loro il sindaco di Ventimiglia: "Fare un passo indietro al piano dell'Anci significa abdicare alla gestione del nostro territorio – ha detto Enrico Ioculano - nessuno ha chiamato i profughi a Ventimiglia, me li sono trovati, così come nel resto d'Italia. Non aderire allo Sprar significa abdicare al proprio ruolo di sindaco, non possono pochi sindaci farsi carico del problema. Non possono essere solo tre Comuni in Provincia di Imperia a farsi carico dell'accoglienza. Se domani un prefetto mi dirà 'ti mando nuovi richiedenti asilo', - ha sbottato - io mi metto con i camion davanti alla struttura, la pazienza è finita”.

Dall’altra parte gli amministratori di centrodestra, ostili alla nuova soluzione. Tra loro il sindaco leghista di Diano Marina Giacomo Chiappori: Ci penserà il prefetto? Bene - dice - Arriverà a dirmi ne prendi 15, vediamo se ci riesce, l'unica cosa certa è che i migranti nel mio Comune li metterà lo Stato, non io".

Molti i sindaci che hanno detto di non accettare la nuova soluzione perché i numeri non sono certi. La quota oggi prevista – secondo le indicazioni arrivate dal Ministero degli Interni – potrebbero cambiare con l’arrivo di nuovi barconi. Nel convegno crossmediale di Primocanale i sindaci del Tigullio hanno sostenuto questa posizione: “Abbiamo chiesto chiarimenti e certezze al Ministero – ha detto Carlo Bagnasco sindaco di Rapallo – ma i numeri non sono certi”.

“Ai sindaci vengono chieste troppe responsabilità. Dietro a questa vicenda ci sono fortissimi interessi e responsabilità del governo centrale nel modo di gestire l’accoglienza. Non può ricadere tutto sui sindaci”.