cronaca

Così Monsignor Antonio Suetta
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"Un minimo di tolleranza, un minimo di lettura corretta dei fatti e anche un concreto stimolo a rivedere il dettato della norma". Lo ha chiesto il Vescovo di Ventimiglia-San Remo, mons. Antonio Suetta, in un'intervista commentando la decisione del Comune di Ventimiglia di denunciare 3 cittadini francesi per aver dato cibo ad alcuni migranti senza autorizzazione.

La solidarietà di tre cittadini francesi è finita infatti sul verbale redatto il 20 marzo scorso, dal Commissariato della Polizia di Stato di Ventimiglia. E' il primo caso noto dopo l'approvazione dell'ordinanza del sindaco Enrico Ioculano dell'11 agosto 2016 nata per motivazioni di ordine igienico sanitario.

"Parto da una considerazione di carattere generale - ha sottolineato mons. Suetta - sul fatto di aver emanato questa ordinanza. Il discorso lo capisco in linea di principio cioè la somministrazione di cibo e bevande soprattutto se avviene su larga scala ha indubbiamente dei risvolti igienico-sanitari e quindi comprendo che questa attività vada regolamentata. Poi calata invece nella situazione concreta questa ordinanza ha un qualcosa di strumentale cioè di volere contenere latitudine alla solidarietà all'accoglienza, al supporto dato a queste persone in estrema difficoltà". "Proprio perché si tratta di persone in estrema difficoltà - ha aggiunto mons. Suetta - mi pare che si debbano prevedere delle giuste eccezioni alla legge. Che dei volontari distribuiscano magari anche quantitativi di cibo che vanno al di là di una o due porzioni non significa che si tratti di un'attività di somministrazione di cibi e bevande ma si tratta semplicemente di dare qualcosa da mangiare e da bere a chi ha fame e sete"