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Il ministro: "Il fenomeno migratorio è anche ambientale"
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"Non chiamiamoli più migranti". E' questo l'appello lanciato dal ministro per l'Ambiente, Gian Luca Galletti, dal palco di Expo, in occasione della Giornata per la custodia del Creato, organizzata dalla Cei.

"Le immagini di questi giorni scuotono le nostre coscienze e l'indifferenza è il grande problema che dobbiamo affrontare - ha detto - Il termine 'migrante' ci distacca da quelle persone. Voglio vedere il loro nome e cognome ogni volta che muoiono. Solo così li conosceremo veramente", mentre, chiamandoli 'migranti', "cadremo nell'indifferenza".

Il fenomeno migratorio, per Galletti, "è anche un tema ambientale, perché con i cambiamenti climatici in atto i migranti di domani saranno esclusivamente climatici. I dati ci dicono che in futuro ci saranno da un minimo di 50 milioni a un massimo di 1 miliardo di migranti per ragioni climatiche".

"Ogni ragionamento su quote e ridistribuzione nazionale appare arido se non presuppone una comprensione umana - ha aggiunto - Tutti insieme abbiamo un problema da risolvere per una crescita dell'umanità che abbia a cuore il valore dell'essere umano. Papa Francesco, nella sua enciclica 'Laudato si', ha il merito di aver posto l'attenzione su questi migranti ambientali che non sono ancora riconosciuti come profughi".