politica

Il commento
1 minuto e 53 secondi di lettura
Dopo l'annuncio del taglio al costo dei parcheggi, Mario Paternostro l'ha definito maghello. Ecco, adesso, che il neo sindaco di Genova pensa pure alla rivoluzione della cultura cittadina da mago può diventare giustiziere. Sì, ma del maniman alla genovese.

Già, perché tra i nomi più in auge per sostituire l'ultra riflessivo Luca Borzani - pensatore illuminato a sufficienza per non farsi risucchiare dai gorghi democratici dell'ultima campagna elettorale - c'è una figura dal temperamento esattamente opposto: uno che alla pausa (di riflessione) silente con sigaro in bocca normalmente preferisce intercalari divenuti marchi di fabbrica. Uno su tutti: "capra".

Marco Bucci valuta l'ipotesi Vittorio Sgarbi per la guida di Palazzo Ducale, la casa più importante della cultura genovese e ligure.

Se il critico d'arte si è occupato di Genova soltanto pochi giorni fa esortando proprio la giunta di Maghello a non chiudere la mostra dei presunti falsi di Modigliani, come invece era stato richiesto dal Tribunale, tra i corridoi di Tursi c'è già chi avrebbe avviato le quotazioni sulla durata del professore.

No, questa volta, non è storia delle sue celebri capacità amatorie. Il quesito è altro: se accettasse l'incarico Vittorio Sgarbi quanto potrebbe resistere nella fu Superba?

E' forse lo stesso interrogativo che il sindaco si sta ponendo verso la calura agostana insieme a quello che a Genova è diventato il suo staff. Sì, la sua squadra di governo. Of course.

La Genova blucerchiata, qualche anno fa, sperimentò l'effetto Cassano. Nonostante qualche innegabile luce, la conclusione di quella vicenda è nota. L'arte non sta al calcio e Fantantonio non equivale al pirotecnico Vittorio. Tuttavia un costante volo della Lanterna nella mediaticità nazionale vale il rischio di capre volanti su piazza De Ferrari?

Non è un caso che a usare la maggiore cautela sia il meno genovese del gruppo. Già, Giovanni il Conquistatore. Dopo aver accolto la benedizione della Madonna della Guardia e del pastore Benedetto Pareto, il presidente della Regione, lanciato verso ambizioni romane, pare proprio non aver voglia di passare le giornate nei pascoli caprini compresi tra via Garibaldi e piazza Matteotti. Alla fine, però, per dirla alla Bucci: la "vision" vale una sgarbata o no?