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Burlando e il nome che avanza del professore della Bocconi
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Tra i ‘si dice’ e i ‘si mormora’ ora spunta pure il nome di Lorenzo Cuocolo tra gli aspiranti alla poltrona-maxima di Palazzo Tursi. Cosa accadrà alle Comunali di Genova del 2017 è un’incognita, ma cosa sta accadendo adesso nel Pd è chiaro. E per usare un eufemismo si può dire che è un vero e proprio casino (parola ormai sdoganata dall’andazzo Dem anche a livello nazionale).

Per Simone Regazzoni “la vecchia guardia dei Burlando-Tullo-Margini ha ormai perso la bussola politica”. Un pensiero espresso dall’unico candidato (finora) alle primarie genovesi del Pd attraverso il tam tam su Facebook, strumento che i ‘dinosauri’ di partito fanno difficoltà a riconoscere come il nuovo megafono della sfida. Ecco quindi che le prossime elezioni comunali a Genova si trasformano in uno scontro generazionale che va al di là dei programmi a breve. Due modi di vedere il futuro della città diametralmente opposti, tra vecchio e nuovo.

La bussola politica di Claudio Burlando, che sulla giovane 'sbagliata' aveva puntato per le scorse Regionali, ora quindi si orienterebbe sul nome del giovane professore che alla Bocconi ha il suo quartier generale. Le conoscenze ben radicate negli ambienti cattolici e nell’establishment cittadino di Cuocolo, secondo i bene informati, avrebbero ingolosito le mire burlandiane di puntare il mirino sul dopo-Doria. Il professore non avrebbe detto di no, anche se la campagna fallimentare dell’ex governatore per promuovere Raffaella Paita a De Ferrari potrebbe lasciare qualche dubbio.

Di quella squadra faceva parte Simone Regazzoni, che conosce bene la macchina simil-politburo che alcuni dinosauri vorrebbero riproporre. E dalla quale si è smarcato nel momento in cui ha fiutato un primordiale schiacciamento del Pd genovese su Doria. Lo stesso partito poi ha accennato un passo indietro alle prime critiche del filosofo-candidato che sembra quasi aver rotto un incantesimo. E ora tra le fila Dem regna il caos più totale.

Questo lo sanno bene anche coloro che, in un modo o nell’altro, devono iniziare a buttare le basi per un dialogo con la prossima amministrazione. Capita così che un gruppo di imprenditori ‘del bel mondo genovese’ cominci a prendere in considerazione seriamente la candidatura di un outsider (ma nel partito usano altre parole) come lo stesso Regazzoni, tanto da organizzare un cocktail con una sessantina di invitati. Maniman se poi alla fine, tra un nome e l’altro, nel caos più totale…