cronaca

In città circa 3.700 addetti diretti più l'indotto
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"Un distretto delle riparazioni navali efficiente e competitivo a Genova non conviene tanto agli armatori, quanto all'intera città". Lo ha detto, in occasione del convegno intitolato 'Il futuro delle riparazioni navali nel porto di Genova' organizzato dal Propeller Club - Stefano Messina, presidente del Gruppo Messina e di AssArmatori.

"Gli armatori possono facilmente mandare le loro navi dove le condizioni sono più convenienti, ma le riparazioni navali sono un'attività industriale 'labour intensive', che genera quindi molti posti di lavoro sul territorio, sia in termini di addetti diretti che di indotto".

La cantieristica navale a Genova, sommando le attività di costruzione di Fincantieri e l'industria delle riparazioni, impiega circa 3.700 addetti diretti, a cui bisogna aggiungere l'indotto. Numeri importanti che, sotto la Lanterna, fanno però i conti con limiti strutturali oggettivi: "Noi - assicura Messina - siamo stati per moltissimi anni clienti dei bacini di carenaggio genovesi, ma oggi la dimensione delle nostre navi non ce lo consente più".

L'Autorità di Sistema Portuale, come ha spiegato nella stessa occasione il professor Francesco Parola, membro del Comitato di Gestione dell'ente, per rendere più competitivo il comparto punta molto sulla privatizzazione di Ente Bacini (la società che gestisce le vasche), tramite un bando pubblicato nelle scorse settimane.

Ma proprio riguardo questa procedura, da osservatore, lo stesso Messina manifesta alcune perplessità: "Credo che sia molto ambizioso voler trovare chi parteciperà a questa gara. I bacini necessitano di interventi di manutenzione molto onerosi, e i margini di ritorno su investimenti così importanti sono molto risicati. Senza contare che ormai c'è molta concorrenza, anche all'interno del Mediterraneo".