porti e logistica

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"Rivedere l'analisi costi benefici del terzo valico? L'opera si farà, ma con il governo dovremo rivedere l'insieme delle opere infrastrutturali".

A parlare a margine di una conferenza sulle infrastrutture a Genova è l'AD di Ferrovie Renato Mazzoncini che commenta così le parole del neo ministro alle infrastrutture, il pentastellato Toninelli, che in Parlamento aveva ribadito la necessità di verificare costi e benefici del terzo valico.

"Ci siamo parlati con Toninelli e il tema legato alle infrastrutture richiede di verificare continuamente l’analisi costi benefici e va vista nell’insieme degli investimenti di una rete - spiega Mazzoncini - qui si parla simbolicamente sempre e solo del terzo valico, opera in costruzione che ritengo che andrà certamente avanti. Ma l’importante è la connessione di questa infrastruttura per Milano con le opere retroportuali".

Per Mazzoncini - il cui contratto è stato prolungato dal precedente governo, nonostante non fosse in scadenza, il rapporto con il nuovo governo rischia di essere un problema: ma lui glissa "Lo vedremo".




L'INTERVISTA

Mazzoncini,  il nuovo governo ha già detto attraverso il ministro delle infrastrutture che occorre rivedere l’analisi costi benefici del terzo valico. Come si colloca Ferrovie rispetto a questa posizione?

Il tema non è solo il terzo valico, sarebbe un errore vederla in questi termini. Abbiamo un porto di Genova che ha un piano di crescita di oltre il 50% di teu trasportati. Che oggi fa la maggioranza su gomma. Se non attiva uno shift su ferro non è in grado di crescere, o potrebbe crescere in maniera drammatica per il resto del sistema Liguria. quindi ci sono una serie di opere infrastrutturali ferroviarie che vanno attuate per garantire questo shift. Gli obiettivi dicono che il 30% delle merci devono essere entro il 2030 su ferrovia.

Per raggiungere questo obiettivo che è certamente condiviso con il nuovo governo, occorre garantire che le infrastrutture ferroviarie siano in grado di accoglierlo. Credo che sia interessante presentare e analizzare con il nuovo governo l’insieme delle infrastrutture ferroviarie, qui si parla simbolicamente sempre e solo del terzo valico, opera in costruzione che ritengo che andrà certamente avanti.

Ma l’importante è la connessione di questa infrastruttura per Milano con le opere retroportuali. Abbiamo un porto di Genova che ha bisogno di investimenti significativi, a partire dal primo miglio, altrimenti le merci sui treni non si riescono a fare. Pensare di non essere in grado di costruire treni lunghi 750 metri nel porto di Genova vuol dire cappare le possibilità di crescita della Liguria


Ma c'è anche un'altra opera collegata e fondamentale per il terzo valico: il quadruplicamento della Tortona Milano. Su questo vi impegnerete? E può anche essere anche questo il motivo per cui il governo vuole chiarimenti?

E’ insignificante collegarsi su una singola opera o su una singola galleria. Il sistema ferroviario è una rete. Il problema è che l’intera capacità della rete vada nella direzione in cui si deve dispiegare deve funzionare. Quindi abbiamo problemi di sestuplicamento in città, problemi di raddoppio verso ovest, problemi di connessione verso Piemonte e Lombardia. E’ importante che i finanziamenti stanziati per la Liguria e per questo corridoio europeo siano coerenti nel complesso e diano una soluzione veloce. Credo sia fondamentale, visto che il porto vuole arrivare nel 2025 a 4 milioni di teu, per quella data dobbiamo avere tutto il sistema di infrastrutture performante.

Ma c'è un po' imbarazzo o nessuna contrapposizione con Toninelli?

Assolutamente. Ci siamo parlati con Toninelli e il tema legato alle infrastrutture richiede di verificare continuamente l’analisi costi benefici e va vista nell’insieme degli investimenti di una rete.


Lei è stato scelto dal precedente governo può esserci un problema di colore politico?

Lo vedremo









LO SCENARIO
D'altra parte - come detto - quello di Mazzoncini è stato uno dei rinnovi che ha fatto discutere, proprio perché a molti è sembrato un tentativo di prevenire il rischio di un ricambio che sarebbe potuto arrivare nel corso di una legislatura che avrebbe potuto vedere un cambio di colore politico al governo. E così è stato.

La maggioranza giallo-verde, ad oggi, non mette in discussione Mazzoncini. Ma l’Ad di Ferrovie, proprio sul capitolo terzo valico, nelle prossime settimane potrebbe trovarsi in una situazione di imbarazzo, specie se dai cinque stelle arrivassero input diversi da quelli concordati fino a questo momento.

Una situazione non molto diversa da quella di Trenitalia i cui vertici potrebbero cominciare a traballare se con l’attuale Governo dovessero emergere contrasti o divergenze di vedute. In realtà - tornando al terzo valico - il vero caso è quello del quadruplicamento della Tortona-Milano, un’opera che al momento è soltanto nella fase progettuale, peraltro ancora non terminata.

Un’opera che se non venisse realizzata rischierebbe di depotenziare l’utilità del terzo valico, come è stato ricordato da Maurizio Rossi, membro della commissione trasporti nella passata legislatura, che negli incontri di Terrazza Colombo su Porti e città ha portato all’attenzione delle istituzioni questo tema, così come quello dell’altra opera fondamentale per rendere davvero ‘convenienti’ gli investimenti sul terzo valico: il collegamento tra Campasso e le banchine del porto di Genova.

Su questo punto, a Palazzo Ducale, arriverà anche l’Ad di Rfi Maurizio Gentile che siglerà l’accordo, con il presidente del Porto Signorini, davanti a Mazzoncini e Toti per la progettazione degli interventi necessari.