cronaca

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"Chiedo scusa per quello che ho fatto, non ero in me, non ero in me. Ero esasperato e non ce la facevo più". Lo ha continuato a ripetere Eugenio Lucente, il terzo operatore sanitario della Residenza sanitaria assistita di Vada Sabatia di Vado Ligure, che difeso dall'avvocato Andrea Carminati, ha ammesso davanti al gip Fiorenza Giorgi quanto accadeva nel reparto "3D" del centro dove sono ricoverati disabili e disabili psichici tra i 25 e i 50 anni.

Il giudice ha mostrato all'indagato, uno dei dodici arrestati dalla guardia di finanza, alcune immagini che ritraggono l'assistente aggredire i pazienti. "Davanti a quelle immagini - ha detto il legale - non poteva certamente negare le proprie responsabilità". Lucente lavorava a contatto con i malati psichiatrici da oltre cinque anni e mezzo. "Il clima là dentro era diventato difficile, per quello ho usato comportanti che ritengo scorretti e di questo me ne pento".

Sette gli episodi contestati a Lucente, almeno un paio quelli considerati più violenti rispetto ad altri. Al momento il suo legale non ha presentato alcuna istanza di misura alternativa al carcere. Lucente è detenuto a Savona. Ieri altri due colleghi avevano ammesso di aver usato metodi violenti e avevano chiesto scusa. Intanto i sindacati dicono no alle telecamere in queste strutture: "Dobbiamo tutelare i tanti operatori che svolgono con abnegazione il proprio lavoro", dicono Francesco Rossello e Vladimiro Furini, della Cgil. "Capiamo che questa vicenda porti emotivamente a sostenere l'installazione di telecamere. La soluzione che proponiamo noi è più ardita perché chiediamo di rendere realmente efficaci i sistemi di controllo e verifica sulle strutture accreditate".