cronaca

A febbraio incontro col Comune, si cerca una soluzione
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"Per noi Genova è l'appuntamento più importante di tutto l'anno. Dover lasciare piazzale Kennedy ci lascia tutti molto preoccupati". A parlare è Amedeo Zanetti, il portavoce degli operatori del Luna Park di Genova. I 'baracconi' più grandi d'Europa verranno sfrattati dalla Foce per far posto al cantiere del 'Waterfront di Levante', il progetto di Renzo Piano che prevede una spiaggia e un boschetto al posto del grande spiazzo in cemento.

Il trasloco avverrà probabilmente nel 2019 - quindi per il prossimo Natale ci saranno ancora le montagne russe davanti a piazza Rossetti - ma lo spostamento forzato mette in ansia le 140 imprese e i 400 lavoratori del parco divertimenti. "Novità? Per il momento non ne abbiamo - risponde Zanetti a Primocanale - sappiamo solo che la giunta comunale parla di soluzione condivisa. Noi non facciamo barricate, ma vogliamo essere sentiti. Aspiriamo a rimanere in questa zona". A febbraio - la data precisa non c'è ancora - ci sarà un incontro tra i giostrai, il sindaco Bucci e l'assessore Bordilli per affrontare il problema.

Il Comune sta cercando un'area nel ponente cittadino. Tante le ipotesi emerse da indiscrezioni. Alcuni spingono per le aree ex Ilva tra Cornigliano e Sestri Ponente, altri parlano di Voltri, altri ancora avrebbero proposto Erzelli, una soluzione "impraticabile" a giudizio degli operatori.

Il timore più grande è quello di finire in una landa desolata. Magari uno spazio grande (attualmente sono 57mila metri quadri), ma inaccessibile. "Noi siamo qui dal 1962 - spiega Zanetti - e il Luna Park di Genova è diventato quello che è, vuoi per il clima rivierasco, vuoi per le dimensioni dell'area, vuoi per il favore della cittadinanza. Fatto sta che in Italia non si trovano aree di queste dimensioni con lo stesso riscontro economico".

Quello dei giostrai, insomma, non è ancora un ultimatum. Ma rischia di diventarlo. "Ci sono calendari fissati da anni, quindi per ora non abbiamo pensato a spostarci - prosegue Zanetti - ma saltare questo appuntamento sarebbe un po' come chiudere un negozio di giocattoli a dicembre. Ogni anno è un piccolo villaggio che si sposta. Ci sono tante famiglie che vengono da lontano, dalla Lombardia e dalla Toscana, è un parco rinomato. E questo crea indotto commerciale su tutta la zona".

Comunque, a meno di clamorose porte in faccia a Renzo Piano, la Foce dovrà rassegnarsi a perdere una tradizione che unisce generazioni di genovesi. E che rappresenta, per molti giovani in città, una delle poche occasioni di divertimento nel periodo invernale. La sfida sarà dunque trovare un'alternativa fattibile ma anche redditizia per chi ci lavora. Almeno per l'anno prossimo, però, si potrà tirare un sospiro di sollievo: il Luna Park sarà ancora lì, tra la Fiera e corso Italia, col suo tripudio di voci e di colori.