cronaca

Grazie a loro manterrà un monte di 17 ore settimanali
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Una vicenda che da una parte stringe il cuore, dall'altra lascia allibiti.

Nei giorni in cui il polo riabilitativo Don Gnocchi trasferisce la sua sede dall'ospedale di Sarzana alla nuova palazzina di via Fontevivo (il trasloco dei pazienti è programmato per domenica), c'è stato un cambio della ditta di appalto delle pulizie all'interno della stessa Don Gnocchi. L'appalto è passato dalla cooperativa Ph Facility, che lì operava con 7 addette alle pulizie, alla Copma, nuova appaltatrice per i servizi.

Nonostante la legge preveda il cosiddetto "trascinamento" delle vecchie dipendenti nel nuovo contratto d'appalto, 6 delle 7 lavoratrici della Ph Facility sono state licenziate, e da lunedì non potranno riprendere il loro lavoro nella nuova sede del polo, mentre i sindacati Cigil e Cisl, ora sul piede di guerra, hanno appreso che nel frattempo la coperativa aveva assunto altre 3 lavoratrici che andranno ad assorbire 20 ore settimanali a testa rispetto al complessivo monte orario di 77 ore per l'appalto dei servizi.

Solo una delle 7 lavoratrici, grazie al cuore e alla solidarietà delle altre vecchie colleghe, potrà mantenere un monte orario di 17 ore. Si tratta di una madre di famiglia che deve mantenere una bimba di 8 anni e verso la quale le altre lavoratrici, pur a loro volta alle prese con famiglie, bollette e mutui da pagare, hanno dimostrato davvero tanta sensibilità.

"Le ringrazio di cuore - dice la 'superstite' tra le lavoratrici licenziate - in quanto grazie alla loro solidarietà potrò conservare questo piccolo impiego part-time che per me e il futuro di mia figlia al momento rappresentano tutto".

"Siamo sconcertati - afferma Luca Comiti, segretario provinciale Filcams Cgil - e chiediamo che il Comune della Spezia, tra l'altro tra gli attori principali nel processo di trasferimento della sede della Don Gnocchi da Sarzana alla nuova sede, si faccia carico di questa vicenda. Al momento non sembrano esserci margini di trattativa con la nuova ditta appaltatrice. A noi quello compiuto appare come un atto del tutto illegittimo e, in assenza di passi indietro, siamo pronti a seguire le vie legali per far rispettare i diritti di queste lavoratrici, lasciate in strada da un giorno all'altro".