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Con la scusa di togliere il listino, volevano il premio di maggioranza
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Resta il “listino” nella legge elettorale regionale. In consiglio il partito democratico ha tentato il blitz, proponendo un provvedimento che ne prevedeva l’abolizione insieme a un premio di maggioranza per il primo partito e alla doppia preferenza di genere.

Il blitz del Pd non è riuscito perché non è stata trovata l’intesa con gli altri partiti ed arrivare alla maggioranza dei due terzi dell’assemblea, necessaria per approvare questo tipo di provvedimenti. E’ poi saltato anche un secondo tentativo che avrebbe portato alla sola eliminazione del listino, senza introduzione di premi di maggioranza. Provvedimento su cui alla fine è saltato anche il voto del Pd e di Forza Italia. Nel pomeriggio la seduta era stata sospesa per trovare un accordo su una norma che potesse ottenere i 27 voti necessari alla modifica della legge elettorale.

Per la riforma della legge elettorale è la seconda “fumata nera" nel giro di poche ore. Ieri, infatti, la I Commissione non aveva visto convergere i partiti sulla proposta dei consiglieri Stimamiglio, Chiesa e Capurro per l'abolizione del 'listino' in vista delle elezioni regionali e per la rimodulazione del premio di maggioranza. Il nulla di fatto era stato dovuto soprattutto alla contrarietà del Partito Democratico alla proposta presentata in Commissione, visto che gli altri gruppi – sia di maggioranza che d’opposizione – avevano trovato l’intesa.

Proprio a seguito di quella fumata nera e in vista del blitz tentato oggi dai democratici in Consiglio, il capogruppo di Forza Italia in Regione aveva commentato: “Il Pd ha paura, in caso di vittoria risicata, di dover essere condizionato dai cespugli che gli sono necessari per vincere eventualmente le elezioni. Quindi questi partiti devono dare il contributo alla vittoria eventuale del Pd ma non possono intralciare il manovratore una volta vinte le elezioni. Siamo sicuri che quest'arroganza del Partito Democratico, che si fa già in tasca la vittoria, verrà duramente pagata al momento del voto dei cittadini".

Parole molto simili a quelle rilasciate in un comunicato stampa dal senatore di Liguria Civica, Maurizio Rossi, che sottolinea lo stato di paura che aleggia intorno al “duo Paita/Burlando e al fedele capogruppo inquisito per lo scandalo 'spese pazze' Miceli". Scrive Rossi: "La loro paura di un flop elettorale e di non riuscire ad avere la maggioranza in Consiglio è evidente e li porta a queste mosse azzardate che dichiarano tuta la loro preoccupazione e tensione. Le elezioni non sono le primarie, i voti si devono prendere per davvero”.

Il voto ha confermato i pronostici della vigilia, che ritenevano molto difficile il raggiungimento dei i due/terzi dei voti in Consiglio regionale (27 voti), necessari per la modifica del testo. I favorevoli alla fine sono stati solo 19, con tre contrari e due astenuti. Del resto, si è tratta di una proposta abbastanza tardiva. C’è stato tutto il tempo per eliminare il ‘listino’ e invece, ora è ufficiale, sarà presente nelle prossime elezioni regionali.