politica

Dirigenza genovese colpevole di aver perso a vantaggio della Lega
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Scriveva pochi giorni fa il senatore Rossi che anche la politica futura avrà Genova (e la Liguria) come luoghi di scelte nazionali.
L’indiscrezione di Repubblica sul vertice segreto del cerchio magico di Arcore contro Salvini e l’ipotesi ventilata di punire il leader leghista sfiduciando la giunta di Giovanni Toti, riporta a casa nostra le sorti della politica italiana.


Inutile nascondere che c’è una forte delusione (per usare un eufemismo) del centrodestra ligure (savonese soprattutto) nei confronti di Forza Italia Genova colpevole di avere preso la batosta più pesante.
Nel mirino in particolare il coordinatore Biasotti e i suoi fedelissimi. Biasotti è stato rieletto ma che cosa ha fatto per il centrodestra? si domandano molti militanti avviliti. Si mormora, che in provincia si stiano studiando strategie per mettere in movimento i sindaci, pronti a scendere in campo per rinfrescare le liste arancioni un tempo vincitrici. Una ansia di riscossa per mettere in mora la dirigenza genovese troppo assente e colpevole di avere perso a vantaggio della Lega.


Se fino a oggi i riflettori erano puntati tutti sul povero Pd demolito (scisma di Genova con i Reduci e Sergio Cofferati 2015) ora la luce si sposta sul centrodestra, e su Berlusconi palesemente infastidito per la sonora sconfitta sua e della sua formula anti partito unico. E su Genova e la
Liguria dove la scelta punitiva di liste non del tutto sponsorizzate da Toti (che avrebbe voluto lanciare i suoi Cavo, Giampedrone e persino Scajola junior) ha penalizzato solo Forza Italia.
Insomma il ritornello “Con Toti si vince, senza si perde” sta diventando una marcia.